Gli scontri tra tifosi a Napoli? A momento non c’è nessuna norma giuridica che limiti lo spostamento di cittadini di altri paesi della Comunità Europea in Italia. Tecnicamente si dovrebbe vietare la vendita dei biglietti, ma se centinaia di tedeschi decidono che vogliono muoversi verso l’Italia, a meno che non si blocchino le frontiere Schengen, non possiamo fare nulla, perché non esiste nessuno strumento giuridico che ci legittimi a bloccarli”. Sono le parole pronunciate ai micorofoni di 24 Mattino, su Radio24, da Girolamo Lacquaniti, portavoce dell’Associazione Nazionale Funzionari Polizia, a proposito degli scontri che hanno devastato Napoli e che hanno visto coinvolti i tifosi dell’Eintracht Francoforte.

Sugli scontri già annunciati, Laquaniti premette: “C’erano delle informative molto chiare, ricordiamo anche che questa rivalità non solo è pluridecennale ma si incastra anche con quei meccanismi perversi di alleanze incrociate. Infatti anche i tifosi dell’Atalanta hanno dato manforte: li abbiamo trovati in loco sia a Salerno, sia a Napoli e sono stati identificati. Il Covid ha avuto forse solo un effetto positivo, oltre a quello di aver ridotto gli incidenti stradali: averci fatto dimenticare che ci sono gruppi ultras, che sono frange che gestiscono interessi criminali e che si muovono come bande organizzate con incroci internazionali al pari di qualsiasi altra organizzazione criminale”.

E aggiunge: “Tuttavia, quando chiedono perché i tifosi tedeschi sono potuti venire in Italia, io ribatto: con quale norma io posso impedire l’accesso di un cittadino della Comunità Europea in Italia? Il gioco del calcio merita la sospensione di uno dei più alti traguardi che abbiamo raggiunto da un punto di vista della libertà di movimento? Davvero per il calcio dobbiamo bloccare Schengen? Però se i comportamenti sono questi, una riflessione va fatta e uno strumento giuridico, non per bloccare l’Europa ma i delinquenti, va fatto“.

Il funzionario poi si pronuncia sulla discussa gestione dell’ordine pubblico da parte della Polizia: “C’è una riflessione molto amara da fare: dopo il G8 del 2001, tutte le nostre regole di ingaggio e tutto il nostro approccio all’ordine pubblico sono stati completamente rivoluzionati sulla base del principio secondo cui l’incolumità delle persone è prioritaria rispetto al danneggiamento degli oggetti. Come tutti i cittadini – continua – mi sono indignato nel vedere queste scene, così come quelle degli anarchici a Torino. E allora mi sono posto una domanda brutta: veramente certe persone e certi criminali valgono più delle cose che distruggono? Forse le regole di ingaggio per la gestione di questi soggetti devono cambiare”.

E chiosa con un riferimento politico al leader di Azione, Carlo Calenda, che ieri ha pubblicato un tweet sugli episodi avvenuti a Napoli e in particolare contro il ministro dell’Interno Piantedosi (“Per una volta che il Ministro “questurino” ci stava bene non è pervenuto. Avanti così”): “Noi, grazie a Dio, contiamo solo i danni agli oggetti e non i feriti gravi, se non tra i colleghi, perché il principio democratico giustissimo, per carità di Dio, è: meglio un vaso rotto che un braccio rotto. Ma vedendo queste immagini credo che forse le regole di ingaggio vadano cambiate – conclude – perché ogni volta che c’è un’azione di forza da parte nostra, partono attacchi violenti sulla polizia e soprattutto partono nei nostri confronti procedimenti giudiziari. Forse va fatta una riflessione un po’ meno ingiuriosa anche da parte di soggetti apparentemente moderati. Se anche l’onorevole Calenda smettesse di usare il termine ‘questurino’ come un’offesa, farebbe una cortesia non solo a noi, ma anche a se stesso“.

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