“Veicolava le informazioni tra Messina Denaro e le persone con cui egli intratteneva rapporti particolarmente intensi”. Sono queste le accuse a Ninfa Lorena Lanceri, la donna arrestata insieme al marito, Emanuela Bonafede, con l’accusa di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. Per la procura di Palermo Lanceri era “snodo di trasmissione di comunicazioni allo stato da ritenersi di carattere privato tra Messina Denaro e una donna identificata in Laura Bonafede”, come si legge nella misura cautelare firmata dal gip Alfredo Montalto. Nell’inchiesta, dunque, compare anche la figlia di Leonardo Bonafede, storico capo della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, nonché cugina di Andrea ed Emanuele Bonafede e moglie dell’ergastolano Salvatore Gentile. Con questa donna l’ex latitante intrattenuto un intenso rapporto epistolare.

Il cugino che incontrava davanti l’affetta formaggi – La scoperta nasce dal ritrovamento nel covo del capomafia di una lettera-diario scritta da una persona che si firmava con lo pseudonimo di “cugino” per proteggere la sua vera identità e diretta a Messina Denaro. In principio i carabinieri non sanno chi sia “cugino“, ma poi scoprono un pizzino scritto il 14 gennaio, due giorni prima dell’arresto. Messina Denaro risponde a un precedente messaggio di “cugino”. “Ci siamo visti da vicino ed anche parlati – scriveva il capomafia – mi avrai trovato invecchiato e stanco a me ha fatto piacere vederti e parlarti, cercavo di tenere la situazione sotto controllo ma non ho visto niente di pericoloso, certo c’è da vedere cosa ha pensato l’affetta-formaggi, perché a te ti conosce e sa che tipo sei, a me mi conosce di vista come cliente ma non sa nulla, certo ora che mi ha visto parlare con te sarà incuriosito di sapere chi sono”.Chi è l’affetta formaggi? Un altro soprannome nato dalla fantasia del boss? I carabinieri si ricordano che nel covo di Campobello di Messina Denaro c’era uno scontrino della Coop del 14 gennaio. Acquisiscono dunque le immagini interne al negozio e vedono Messina Denaro davanti al banco dei salumi parlare con Laura Bonafede. Ecco dunque chi era “cugino”: d’altra parte Messina Denaro usava l’identità di Andrea Bonafede, che è appunto cugino di Laura.

La gelosia di Bonafede – Una vera svolta per le indagini. Le lettere di “cugino”, dunque, vanno tutte rilette alla luce di quella scoperta. La donna, infatti, scriveva usando per sé il genere maschile. Nella corrispondenza tra Laura Bonafede e Messina Denaro, tra l’altro, emerge una sorta di gelosia della donna per Lorena Lanceri, che nei pizzini veniva indicata come “Tramite“. “Ho visto Margot (così i due si riferivono all’Alfa Romeo Giulietta di Messina Denaro) alle 18.56 dal Tramite – scriveva Bonafede – , stranamente non mi sono arrabbiato, non sono andato su tutte le furie come di solito mi succede. Mi ha dato parecchio fastidio, questo non lo posso negare. Mi ha dato fastidio non sapere cosa stessi facendo in quel momento, non sapere se eravate soli, se ti saresti fermato ancora a lungo, se … se … se … potrei dire mille se. Dopo quello che ho detto quando vidi Margot di mattina, ho pensato che non l’avrei vista più in quella zona per evitare di farmi avere delle reazioni, perché non l’avevo più vista, e questa cosa mi faceva incavolare ancora di più. Ma oggi ho pensato: almeno non si nasconde da Blu. Contorto come pensiero? No, solo che preferisco sapere e non essere preso in giro”. E ancora, scriveva la Bonafede dopo aver visto la Giulietta davanti casa della Lanceri: “Carissimo amico mio mi accingo a chiudere questa mia, è una lunga lettera con arrabbiature, tristezza e tanta nostalgia. Non vedo l’ora di leggerti. Oggi sono passato ed ho visto Margot ed ho provato quella sana invidia del perché tutti si ed io no, vuol dire che era scritto così”.

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Messina Denaro, il pizzino indirizzato al boss: “Il bello della mia vita è stato di incontrarti. Sei un grande anche se non fossi Md”

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