Concordo pienamente col partigiano Gastone Cottino, Alessandra Algostino e gli altri firmatari dell’appello “Allarmi son fascisti”. Ogni giorno che passa il governo in carica dimostra sempre più la sua autentica natura. Sono tre i cavalieri dell’Apocalisse che galoppano insieme alla signora Giorgia Meloni e alla sua frotta di ministri, totalmente incompetenti a provvedere al pubblico bene, quanto abili e astuti nel perseguire il proprio “particulare”, nella peggiore tradizione del peggiore spirito italico, retaggio di secoli di servitù e di bassezza morale e intellettuale.

Il primo è la guerra tornata tristemente d’attualità anche da noi, nella fedele esecuzione dei comandi Usa e Nato che intendono trasformare un conflitto regionale perfettamente risolubile coi mezzi della diplomazia in un’epica lotta fra bene e male, a svantaggio dei fessi che ci credono e che in omaggio a tale indegna montatura saranno chiamati a sacrifici sempre maggiori, fino possibilmente quello della vita schiattando come topi in qualche bombardamento atomico che significherebbe la fine della civiltà umana. Prezzo conveniente da pagare per fare contenti Joe Biden, Jens Stoltenberg, Enrico Letta, Guido Crosetto e i trafficanti d’armi.

E, per convincere la plebe che non ci sta, il buon Crosetto mette in campo persuasori per nulla occulti, che ovviamente presteranno la loro opera gratuitamente, ad esclusivo beneficio della civiltà occidentale in grave pericolo, contribuendo a tenere lontani i cosacchi da piazza San Pietro e i cinesi dal Duomo di Milano. Tutto ciò è ovviamente ridicolo, ma anche molto preoccupante, dato che lo sforzo del governo è indirizzato a far digerire a un’opinione pubblica ancora prevalentemente riottosa e contraria l’idea che siamo in guerra e che quindi la razionalità e congruità di ogni scelta andrà commisurata con questo dato di fondo.

In pratica il buon Crosetto, che ha ammesso di essere stato personalmente pagato con milioni di euro dall’industria bellica quando ne era il rappresentante ufficiale, per il suo disinteressato e patriottico impegno a favore del settore punta a metter su un think tank formato da alcuni tra i migliori cervelli in circolazione, per dar vita a una sorta di piccolo minculpop della guerra. Ottima iniziativa davvero, che si sposa alla perfezione col continuo slittamento dell’Italia giù per la scala dei Paesi con la peggiore informazione e coll’intento del ministro Giuseppe Valditara di normalizzare presidi, insegnanti e studenti bandendo dalla scuola ogni pensiero critico, all’occorrenza con l’aiuto, anch’esso ovviamente disinteressato, dei maneschi ragazzotti legati al partito del primo ministro.

Il lavaggio dei cervelli da portare avanti omologando sempre di più l’informazione (ormai il Fatto Quotidiano è davvero una mosca bianca) e trasformando la scuola in una fabbrica di disciplina militaresca e conformismo mentale sarà del resto pienamente funzionale a permettere il libero transito del secondo cavaliere dell’Apocalisse, la miseria, che risulterà ulteriormente diffusa col taglio del reddito di cittadinanza e la negazione di ogni parvenza di salario minimo. Le risorse del resto, checché ne dica la presidente del Consiglio, vanno tolte ai poveri per riversarle sui ricchi e sull’industria bellica e le altre lobby dominanti, come quella energetica.

E, se i poveri sono sempre di più, occorrerà tenerli in riga non solo col bombardamento mediatico, ma anche con la repressione diffusa. Nessuno spazio a derelitti e bisognosi, come dimostra anche il tragico episodio del naufragio di Crotone, risultato inevitabile di una scelta politica che va avanti da tempo e che consiste nel limitare o abolire completamente i salvataggi in mare per scoraggiare i disperati dal tentare di raggiungere il nostro Paese.

Ed ecco quindi il terzo cavaliere, la prepotenza, in omaggio al quale le istituzioni, dalle Forze dell’Ordine alla magistratura, dalla sanità alla già citata scuola e ad altre ancora, sono sempre più chiamate ad assumere precisi connotati di classe, al servizio immediato degli interessi, sia storici che contingenti, di una classe dominante che è tra le peggiori del pianeta, come dimostrato anche dalle scandalose cifre relative all’evasione fiscale e contributiva.

In una situazione del genere un partito che facesse l‘opposizione sul serio e la facesse a partire dagli interessi popolari colpiti duramente da Meloni & c. avrebbe di fronte a sé delle autentiche praterie, ma i segnali non sono affatto confortanti. Elly Schlein, pur costituendo un elemento di novità, appare debole e subalterna sulla guerra, mentre si può immaginare come le voraci burocrazie e i residui apparati di sottogoverno del Pd le renderanno la vita molto difficile, qualora volesse cambiare qualcosa su questo e altri temi. Né del tutto convincente appare Giuseppe Conte. Occorre quindi continuare la ricerca e la costruzione di una forza alternativa che vada ben al di là dell’attuale ceto politico, nella consapevolezza che la politica non si esaurisce certo in esso, ma deve attingere nuove e decisive risorse dalla società italiana che è sempre in piedi ed è dotata di una sua inesauribile memoria storica.

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