Italo Galbiati è morto all’età di 85 anni. Storico vice di Fabio Capello, come secondo allenatore ha vinto praticamente tutto, insegnando calcio al Milan, poi alla Roma, alla Juventus e anche a Madrid. Mosse i suoi primi passi da calciatore con la maglia dell’Inter, ma i trionfi più importanti sono arrivati appunto durante la sua carriera da allenatore, cominciata con il Milan. Infatti, il club rossonero, con cui Galbiati ha condiviso gioie e dolori per quasi vent’anni, lo ha ricordato in una nota: “Punto di riferimento del mondo rossonero e punto di forza di tante imprese della storia del Milan”.

Dalla panchina ha accompagnato il Diavolo nella sua epoca d’oro, prima al fianco di Arrigo Sacchi e poi di Capello, del quale era un vero e proprio assistente di fiducia. Infatti, ha seguito il tecnico di Pieris alla Roma, conquistando sempre da vice lo scudetto storico del 2001, poi alla Juventus da collaboratore e nuovamente da vice al Real Madrid. Il rapporto con Capello continuò anche sulle prestigiose panchine della Nazionale inglese (2007-2012) prima e della Nazionale russa (2012-2015) poi.

“Ho mille pensieri per Italo, non uno solo. Un personaggio incredibile per la sua bravura e per il rapporto che aveva con la squadra. Con lui ho lavorato per più di 20 anni. Trasmetteva fiducia ed era un grande conoscitore di calcio ma soprattutto era amato e rispettato dai giocatori, due aspetti importantissimi”. Così a LaPresse Fabio Capello ricorda Italo Galbiati. “Lavorava singolarmente sulle carenze dei giocatori per farli migliorare tecnicamente”, ha aggiunto, sottolineando che “il suo stile sarebbe attuale anche adesso visto che certi esercizi e certi lavori non li fanno più”.

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