Inizia dalla Costituzione e “dai suoi 75 anni” il discorso tenuto da Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati e vicepresidente Pd, in Aula a Montecitorio in occasione dell’8 marzo. La dem ricorda le 21 donne Costituenti che “rappresentarono con rigore le istanze di uguaglianza e parità”. “Istanze – continua – che conoscevano molto bene, che avevano vissuto sulla propria pelle e visto impattare sulla pelle di tante altre donne italiane”. Le loro battaglie vinte, prosegue ancora Ascani nel suo discorso, “non furono concessioni, ma il riconoscimento di diritti che migliaia di donne italiane avevano conquistato combattendo contro il nazifascismo. Il frutto del voto delle donne finalmente espresso per eleggere anche altre donne alle cariche più alte”.

Ma, fa notare Ascani, “il diritto delle donne ad essere protagoniste della vita del Paese rappresenta ancora una questione viva”. “Ogni anno infatti ci ritroviamo a ricordare obiettivi mancati: i troppi casi di sopraffazione e di violenza; l’inaccettabile condizione di disuguaglianza della donna nel mondo del lavoro; la difficile conciliazione di lavoro e vita privata”, prosegue ancora. “A nessuno sfugge che in questi anni si siano compiuti progressi importanti. Ma sebbene vi siano ancora barriere e disuguaglianze resistenti, fa piacere notare che non sono poche le donne che negli ultimi anni sono riuscite, nelle istituzioni, a raggiungere posizioni di rilievo – continua la rappresentante dem – Riconoscimenti e successi crescenti che si traducono però solo in parte in una maggiore presenza delle donne nei vertici delle varie professioni e, soprattutto, non bastano a determinare tassi di attività comparabili a quelli di altre economie avanzate”.

Ascani ricorda anche i diritti delle donne “oltre i nostri confini”: “Non possiamo non interessarci in particolare della situazione delle donne Ucraine a un anno dall’inizio dell’invasione russa, spesso violentate, strappate dalle loro terre, costrette a veder morire i propri figli, utilizzate come armi di guerra. Non possiamo non ascoltare il grido delle donne iraniane che, rischiando la vita, si ribellano per affermare la propria dignità, i propri diritti e la libertà di tutti. Non possiamo ignorare il destino delle bambine e delle ragazze afghane cui vengono negati diritti elementari e fondamentali come quello di istruirsi, di studiare. Non possiamo non pensare alle tante donne che affrontano viaggi di fatica inimmaginabile, tra violenze indicibili. In fuga da persecuzioni, fame, guerra e alla ricerca di un posto sicuro, di un porto sicuro. Donne che troppo spesso, come accaduto a Crotone, finiscono insieme ai propri figli tra le vittime, magari senza nome, dei naufragi sulle nostre coste”. E conclude citando Teresa Mattei, la più giovane delle Costituenti: “Aiutateci, tutti, a sciogliere veramente, completamente, tutti i legami che ancora vincono le mani delle nostre donne e avrete nuove braccia, liberamente operose, per la ricostruzione d’Italia”.

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8 marzo, il discorso di Chiara Appendino (M5s) alla Camera su diritti e parità di genere: “Vi racconto due storie, l’Italia ideale e l’Italia reale”

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Crotone, l’ammiraglio Alessandro: “Doveva scattare il soccorso, Piantedosi delega alla polizia una responsabilità che non vuole assumersi”

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