Eva Kaili e Marc Tarabella restano in carcere. Lo ha deciso la Corte d’appello belga che ha respinto i ricorsi di entrambi gli eurodeputati. Per la ex vicepresidente del Parlamento europeo, in carcere dal 9 dicembre scorso, è stata decisa la detenzione per almeno altri due mesi. Il parlamentare belga, invece, resterà in carcere per almeno un altro mese. Entrambi sono accusati nell’ambito dell’inchiesta sulle mazzette da Qatar e Marocco nel cuore dell’Unione europea. Al centro dello scandalo c’è l’ex eurodeputato e sindacalista Antonio Panzeri, che sta collaborando con gli inquirenti.

Panzeri, come riferito dai media nelle scorse settimane, ha accusato direttamente Tarabella, dicendo che doveva ricevere un totale di 250.000 euro. Tarabella “poteva dirmi di sì o di no, mi diceva di sì”, ha affermato l’ex sindacalista. Kaili, invece, non è solo accusata di aver chiesto al padre di far sparire 600mila euro subito dopo l’arresto del compagno Francesco Giorgi. Come riferito dal Fatto quotidiano, nelle intercettazioni contenute in uno degli ultimi verbali la ex vicepresidente, parlando con il padre, era preoccupata per le pressioni che il marito avrebbe potuto subire “da quei ragazzi” e temeva che potesse “piegarsi”. In un altro passaggio il padre si rammaricava per il momento di “panico” che lo ha colto quando ha deciso di prendere con sé la valigia con i contanti (che poi ha permesso l’arresto della figlia in flagranza). Per gli inquirenti, Kaili ha tentato di comunicare con Giorgi anche attraverso il padre. Tra l’altro, la politica greca ha anche chiesto alla sorella di recuperare un cellulare e alcune chiavette Usb importanti, nascoste in casa dietro uno specchio. Queste registrazioni hanno complicato la posizione della politica greca che, dopo il braccialetto elettronico concesso al compagno, non può nemmeno battersi per tornare a casa dalla figlia di due anni.

Tra i politici accusati da Panzeri c’è anche l’eurodeputato dem Andrea Cozzolino. Il 14 marzo prossimo i giudici italiani dovranno esprimersi sulla richiesta di estradizione avanzata dalla procura federale belga. Il rinvio, d’ufficio, è stato determinato dalla mancata presentazione de documentazione richiesta dagli avvocati dell’eurodeputato, Dezio Ferraro e Federico Conte, nella scorsa udienza. Si tratta di documentazione relativa alle condizioni delle carceri belghe e alla traduzione del mandato internazionale di arresto emesso dagli inquirenti.

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