Noi profani ne sappiamo poco o nulla, ma la massoneria italiana è in grande fibrillazione. La Gran Loggia Unita d’Inghilterra, massima entità massonica al mondo, nonché la più antica, fondata nel 1717 in un pub di Londra, ha deciso di tornare a riconoscere il Grande Oriente d’Italia, la più importante e numerosa Obbedienza del nostro Paese, guidata dal Gran Maestro Stefano Bisi. Il riconoscimento avverrà l’8 marzo, quando nella capitale britannica si riuniranno le figure di maggior spicco della massoneria del Regno Unito per la “Comunicazione trimestrale”. Lo si legge nel documento di convocazione, che ilfattoquotidiano.it ha potuto consultare.

L’evento non cade in un momento felice, dato che l’arresto di Matteo Messina Denaro ha riportato d’attualità il tema delle infiltrazioni mafiose tra i “fratelli”: al Grande Oriente è affiliata la loggia Valle di Cusa-Giovanni di Gangi di Campobello di Mazara, a cui appartiene Alfonso Tumbarello, il medico del boss latitante, sospeso dopo l’arresto. E proprio le denunce di inflitrazioni mafiose avevano spinto la Gran Loggia d’Inghilterra, nel 1993, a togliere il riconoscimento al Grande Oriente.

Obbedienze rivali – Non è l’unico problema. Nel nostro Paese esiste solo un’altra Obbedienza ufficiale, la Gran Loggia Regolare d’Italia, che il riconoscimento dell’Inghilterra ce l’ha in tasca fin dalla nascita. Fu fondata dal Gran Maestro Giuliano Di Bernardo quando quest’ultimo abbandonò la guida del Grande Oriente, proprio nel fatidico 1993, sull’onda delle denunce delle infiltrazioni mafiose. Comprensibile, dunque, che fra le due sigle non corra buon sangue.

Solo che le Costituzioni della Gran Loggia d’Inghilterra prevedono che due Obbedienze dello stesso Paese possano essere riconosciute soltanto se si riconoscono pure fra loro. Cosa che al momento non esiste, anzi. Dal Grande Oriente cominciano a farsi sentire le voci di chi saluta con entusiasmo la svolta inglese, ma non è per niente disposto ad accettare di riconoscere i grembiulini della Gran Loggia Regolare, colpevoli di aver “tramato” contro il Grande Oriente ai tempi della scissione.

A quanto pare, però, i due Gran Maestri si sono portati avanti. Al punto 4.6 del documento di convocazione si legge che “il Grande Oriente consentirà che continui a essere riconosciuta anche la Gran Loggia Regolare”, e la Gran Loggia Regolare, a sua volta, “ha dato un consenso analogo rispetto al Grande Oriente”. Che ne penserà, però, la “base”?

Inglesi in crisi di vocazioni – Al di là dei cavilli, perché l’Inghilterra ha fatto questa scelta improvvisa? Il documento si limita a dire che il nuovo riconoscimento “è stato chiesto dal Grande Oriente”, il quale oggi è tornato a “soddisfarne i principi base”, che invece nel 1993 erano stati disattesi. E comunque riportare la più grande Obbedienza d’Italia in seno a quella che i Liberi muratori considerano la madre di tutte le logge “è nell’interesse della massoneria inglese”. Quali siano i cambiamenti intervenuti, e gli interessi della massoneria, forse lo sapranno l’8 marzo i selezionati partecipanti alla Comunicazione trimestrale.

Per capirne di più ci rivolgiamo a Giuliano Di Bernardo, che come abbiamo visto è stato Gran Maestro di entrambe le Obbedienze italiane, ha avuto frequentazioni strette con i “fratelli inglesi”, poi ha lasciato la massoneria e oggi, a 84 anni, continua a seguirne le sorti. “La massoneria inglese è in crisi strisciante, gli affiliati sono sempre di meno e sempre più vecchi, ha bisogno di nuova linfa, anche economica”. A differenza di quel che succede in Italia, là i giovani non sono più attratti da cappucci e compassi. Il Gran Maestro della Gran Loggia è il Duca di Kent, Edward, membro della famiglia reale, che ha 86 anni. Nel documento di convocazione per l’8 marzo si legge che dal 2013 al 2022 l’obbedienza inglese ha visto chiudere nel mondo oltre 1.300 logge, passate da 7.612 a 6.357. In questa situazione, argomenta Di Bernardo, l’Inghilterra non poteva più riferirsi, in Italia, alla sola Gran Loggia Regolare che, rispetto al Grande Oriente guidato da Bisi, “brilla per la sua assenza”.

Il gran stipendio del Gran maestro – Mentre Bisi è attivissimo sui media e sui social, pochi hanno sentito nominare il Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia, il sociologo Fabio Venzi. Che agli inglesi, secondo Di Bernardo non va tanto giù: “Appena eletto, nel 2002, fece modificare le Costituzioni per prolungare il proprio mandato da tre a sei anni. Poi si è fatto sempre rieleggere, e dopo vent’anni è ancora in carica. Un fatto gravissimo, che non ha paragoni in massoneria. Così gli inglesi da dieci anni disertano le riunioni della Gran Loggia”. Non è solo questo. Anche la sostanziosa retribuzione di Venzi, secondo Di Bernardo, contribuisce a spingere gli inglesi verso altri lidi. “Dal bilancio 2021, che ho potuto consultare, emerge che Venzi costa alla sua obbedienza 234.670 euro l’anno, fra compenso netto, pari a 98.977 euro, contributi assistenziali e previdenziali, 107.357 euro, foresteria, 8.336 euro, e rimborsi vari per circa 10.000 euro. Vale a dire il 27,8% delle entrate totali della Gran Loggia Regolare, pari a 844.100 euro. Anche questo, per l’Inghilterra, è inaccettabile”. Meglio, quindi, riaccogliere il Grande Oriente con i suoi 23mila iscritti, contro i 2.100 dei rivali.

I tempi della fratellanza che fu di Mazzini e Garibaldi sono dilatati. “Nel 2001 incontrai nel suo castello il marchese Lord Northampton, allora pro-Gran Maestro della Gran Loggia d’Inghilterra, che mi informò dell’intenzione di tornare a riconoscere il Grande Oriente, cosa che mai e poi mai avrei accettato, così mi dimisi dalla Gran Loggia Regolare d’Italia e e dalla massoneria”. La lunga marcia sembrò arrivare al traguardo nel 2017, ma di mezzo ci si mise la Commissione parlamentare antimafia guidata da Rosy Bindi, che ottenne il sequestro delle liste degli affiliati al Grande Oriente e alla Gran Loggia Regolare in Calabria e in Sicilia. E Londra frenò. Perché oggi abbia cambiato idea “per me è incomprensibile”, commenta Di Bernardo. “Per la stessa ammissione dei suoi vertici, nel Grande Oriente nulla è cambiato negli ultimi trent’anni. Dove sono i cambiamenti visti dalla Gran Loggia d’Inghilterra?”. Va ricordato che Bisi ha sempre diffidato dall’estendere all’intero Grande Oriente i guai giudiziari di singoli “fratelli”, e così ha fatto dopo l’arresto di Tumbarello.

Massoneria fluida – Se l’agognato riconoscimento andrà in porto, le conseguenze potrebbero essere molto serie. “La Gran Loggia Regolare rischia l’estinzione, perché se anche il Grande Oriente verrà riconosciuto i profani intenzionati ad affiliarsi avranno tutta la convenienza a scegliere il Grande Oriente, più attivo e visibile”, commenta l’ex Gran Maestro. “Quanto al Grande Oriente, userà il riconoscimento per rimuovere vicende imbarazzanti, come la P2, le infiltrazioni mafiose, le epurazioni interne. Certo, crescerà, ma per fare cosa?”. Ed è destinata a cambiare, secondo Di Bernardo, l’intera massoneria mondiale. Dalle origini e fino al 2007, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra riconosceva una sola Obbedienza per Paese, e questo le permetteva “un controllo totale e assoluto sulle Gran Logge sparse per il mondo. La perdita di autorità degli inglesi avrà la conseguenza che la regolarità massonica diventerà sempre più vaga e indeterminata”. Anche la massoneria, al (lento) passo coi tempi, sta diventando fluida.

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