È l’Italia il Paese che subisce il danno più alto dalle frodi finanziarie contro il bilancio Ue: 3,2 miliardi di euro, a fronte di 285 indagini in corso. Di questi, 2,7 miliardi derivano da frodi sull’Iva transfrontaliera. Il dato risulta dal rapporto 2022 delle attività della Procura europea (Eppo), che analizza il primo anno solare completo di lavoro dell’ufficio, istituito a giugno 2021. In 12 mesi sono state ricevute ed elaborate 3318 denunce di reato e aperte 865 indagini. “Alla fine dell’anno avevamo un totale di 1.117 accertamenti attivi per danni complessivi stimati di 14,1 miliardi di euro (di cui il 47% legato alla frode Iva). I giudici hanno concesso il congelamento di 359 milioni di euro, più di sette volte il budget dell’organizzazione”, riferiscono i pm europei.

Dal nostro Paese l’ufficio del Lussemburgo ha ricevuto ben 354 denunce (un altro record) di cui 330 arrivate dalle autorità nazionali. Se si considera il valore totale delle frodi, al secondo posto si classifica il Portogallo (tre miliardi di euro di danni, a fronte però di sole 26 indagini attive e 33 denunce totali ricevute. Al terzo posto invece la Romania, con due miliardi di euro a fronte di 124 indagini attive e 303 denunce. La Germania figura invece al quarto posto, con 1,8 miliardi stimati a fronte di 114 indagini attive e 106 denunce totali. Altri grandi Paesi europei, come Francia e Spagna, mostrano invece valori molto più bassi: rispettivamente 390 milioni e 170 milioni.

“A un anno e mezzo dall’inizio delle nostre attività, il potenziale non può essere ignorato: nel 2022 abbiamo dimostrato che l’Eppo ha una capacità senza precedenti di identificare e tracciare flussi finanziari volatili e accordi legali opachi”, commenta la procuratrice capo europea, la romena Laura Kövesi. “Abbiamo dimostrato che la velocità, l’efficienza e i vantaggi informativi delle indagini condotte dall’Eppo rendono difficile la concorrenza dei tradizionali metodi di coordinamento transfrontaliero”, aggiunge. “Siamo sulla strada giusta, ma dobbiamo fare di più: l’Eppo è ben lungi dall’aver raggiunto il suo pieno potenziale e se vogliamo che faccia la differenza in modo duraturo, abbiamo bisogno di adeguamenti organizzativi e giuridici, come la revisione del regolamento e l’assegnazione ai casi di investigatori specializzati in frodi finanziarie in tutti gli Stati membri partecipanti”, conclude.

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