Ad Elly Schlein “con un linguaggio un po’ cattolico direi che nei suoi confronti c’è stato un grande atto di fede, ora sta a lei scrivere e predicare il credo”. A dirlo, intervistato da Repubblica, è stato Romano Prodi. “E dovrà essere un credo riformista, altrimenti l’atto di fede svanirà com’è successo a molti dei recenti fenomeni italiani, che i politologi americani chiamano fireworks, fuochi d’artificio. Fiammate improvvise che si ridimensionano subito, alludendo a Renzi, ai 5 Stelle e a Salvini. A lei spetta dimostrare capacità di dare seguito all’investitura, cercando di coniugare coesione e innovazione”.

Secondo il padre fondatore del Partito democratico, ora Schlein dovrà cercare di mantenere un approccio il più aperto possibile. Senza fossilizzarsi sulla questione alleanze. Anche perché per quelle c’è ancora molto tempo. “Avrà lo stesso problema che avrebbe avuto se avesse vinto Bonaccini: aprirsi ai riformismi. Direi meglio, riformare i riformismi. Lo so che ora tutti guardano alle alleanze, ma è una lettura poco interessante, al momento. Ora per il Pd si tratta invece di coinvolgere tutte le intelligenze che corrono per il Paese, dall’associazionismo alle Ong, dai diversi sindacati alle imprese, per coinvolgerli in un progetto di rilancio. C’è tanta gente che non si sente più rappresentata e nemmeno lontanamente ascoltata. Questa è la sfida che il Pd ha davanti, indipendentemente dal segretario che si è scelto”.

Per Prodi la vittoria di Schlein “al massimo può essere considerata sorprendente, e forse neppure troppo”. Il professore si è invece detto ‘‘sbalordito dalla partecipazione alle Primarie. Oltre un milione di persone, che se paragonate a quanti sono stati i votanti del Pd alle ultime Politiche, sono un dato eccezionale. A riconferma del fatto che il Pd è rimasto l’unico vero partito in Italia. Forse il desiderio di cambiamento era più profondo di quel che sembrava, ma ci sarà tempo per fare analisi, ora bisogna guardare alla realtà e al mandato che Schlein ha ricevuto”.

E sulla vicinanza proprio tra Schlein e Prodi, l’ex premier su Radio 1 ha poi replicato: “La scintilla l’ha accesa lei, mica io… non sono un attizzatore di fuochi. Io in questa vicenda ho dovuto e voluto essere neutrale perché il problema per tutti, chiunque avesse vinto, è ricostruire un partito in fase di demoralizzazione totale“. E ancora: “Ora bisogna aiutare Schlein. Da parte mia al massimo posso fare riflessioni e consigli. Il partito non è che deve essere rimesso a posto dal punto di vista organizzativo ma si deve ripensare quali obiettivi vuoi e soprattutto chiederli alla gente”. E a proposito del come agire in futuro, Prodi ha concluso: “Il mio sogno è che ogni settimana si parli in rete con migliaia di persone dei temi di cui parliamo a tavola tutti i giorni e poi la segretaria il sabato va in una città e fa il riassunto di quello che si è detto. Dopo 15 giorni ci sono 500mila persone, 1 milione che hanno detto qualcosa. Da questo si impara, le alleanze vengono dopo”.

Articolo Precedente

Per Elly Schlein perdere i moderati sarebbe una manna dal cielo

next
Articolo Successivo

Naufragio Crotone, Piantedosi e le frasi sui migranti: “Critiche? Ho detto ‘fermatevi, verremo noi a prendervi'”

next