Il Pd non è morto, l’affluenza lo dimostra, ma deve rimanere unito”. Lo dicono i militanti democratici che ieri sera alla Casa dei Popoli di Casalecchio di Reno hanno sperato nella vittoria di Stefano Bonaccini. Tre anni fa, in questa stessa sala, il governatore festeggiava la vittoria alle Regionali. Oggi invece l’atmosfera è cambiata. “È una partita aperta” sottolinea il sindaco di Firenze Dario Nardella, il primo a parlare dal palco della sala. Qui in pochi si aspettavano questo scenario. Eppure c’è anche chi, come una militante, racconta che da settimane tra la base si sentivano tante voci per Schlein. Nell’attesa c’è chi gioca a carte e chi sforna tagliatelle al ragù per i giornalisti e per i (pochi) militanti presenti. In cucina c’è Sergio, 93 anni, iscritto al Pci dal 1945. Ha votato per Bonaccini ma vorrebbe “un partito unito che dica basta alle correnti”. Gli fa eco Carla, pensionata: “Ultimamente ho visto un Pd che veniva a portare la sua opinione tra la gente e non a sentire l’opinione degli altri”. Passano i minuti e il vantaggio di Schlein cresce. C’è chi beve “per dimenticare” e chi precisa che “anche se non vincerà Bonaccini, non uscirà dal partito. Io non sono mai uscita e non lo farò neanche stavolta”. Quando lo scarto tra i due non è più recuperabile Bonaccini esce dall’area riservata e sale sul palco: “La prima cosa che voglio fare è mandare un grande abbraccio a Elly Schlein”. La sala applaude ma nelle retrovie c’è ancora chi non è del tutto convinto: “Per me la nuova segretaria non è in grado di sconfiggere le correnti che ci sono nel Pd dunque sarà ancora un partito diviso e divisivo con grossi problemi in Parlamento”.

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