“Il senso di uguaglianza e giustizia sociale doveva essere garantito per tutti, anche alla comunità Lgbt. Portare avanti la conquista dei diritti è una lotta costante, anche in un processo rivoluzionario”, così Mariela Castro, figlia dell’ex presidente cubano Raul Castro e nipote di Fidel Castro, a Roma per presentare il nuovo codice delle famiglie approvato a Cuba con un referendum popolare che prevede, tra le altre cose, unioni e adozioni per coppie dello stesso sesso.

“Avevamo bisogno di fare questa legge, non fare niente voleva dire ignorare la realtà di queste persone e riprodurre i meccanismi culturalmente errati di discriminazione. Non occuparsi del mondo Lgbt è un modo di fare politica”, ha aggiunto, non nascondendo la gioia di essere arrivati all’approvazione di una legge. Aver “blindato i diritti Lgbt”, però, “non basta per trasformare la società”. Ora, ha aggiunto, “vengono nuove sfide a cui stiamo lavorando”.

I diritti Lgbt non sono gli unici garantiti dal nuovo codice. All’interno “ci sono più di 92 concetti”. Ad esempio “abbiamo sostituito il concetto di patria potestà con quello di responsabilità parentale” e poi sono stati “sviluppati” alcuni articoli che garantiscono “ai minori di 18 anni di essere soggetti di diritto”.

L’auspicio e la convinzione di Mariela Castro è che un codice così “sviluppato” si possa “fare pure qua”, in Italia.

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