Non è vero che la misura del Superbonus è stata scritta male, bisogna anche avere una giusta narrazione delle cose. Il caso delle imprese edili nate all’improvviso per intascare i soldi non riguarda il Superbonus che, al contrario, è nato con regole abbastanza stringenti nei tetti di spesa e nei controlli. Regole che, via via, sono diventate ancora più severe”. Così, a L’aria che tira (La7), il presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Federica Brancaccio, smonta le tesi propugnate sul Superbonus dal governo Meloni e in particolare dalla presidente del Consiglio in un suo video social.

Brancaccio puntualizza che i problemi hanno riguardato altri bonus, come il bonus facciate, e sfata un’altra asserzione dei detrattori del Superbonus, e cioè che abbia provocato un aumento dei costi dei lavori edilizi: “Abbiamo fatto uno studio analizzando come sono aumentati i prezzi negli altri paesi europei sprovvisti di bonus. In realtà, l’Italia è allineata e in alcuni casi addirittura da noi i prezzi sono aumentati di meno“.

La presidente dell’Ance spiega: “Da mesi abbiamo lanciato allarmi sui crediti incagliati. Il Superbonus era una misura straordinaria nata in un periodo difficile, con la pandemia, col paese praticamente in recessione e con 12 anni di crisi del nostro settore. Ha dato uno shock decisamente positivo, al contrario della narrazione secondo cui è costato 2mila euro a ogni italiano – conclude – e che sono stati buttati 100 miliardi. Bisogna anche dire quanto il Superbonus ha contribuito alla crescita del Pil nel 2021 e nel 2022, quindi anche in termini di gettito. In ogni caso, non abbiamo mai pensato che fosse una misura dalla durata infinita, ma prevedevamo almeno un décalage“.

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