Sottosegretario alla Cultura, sindaco di Sutri, assessore alla Cultura di Viterbo, prosindaco di Urbino, presidente della Fondazione Ferrara arte, del Mart di Trento, del Mag di Riva del Garda e della Gypsotheca del Canova, commissario per le Arti di Codogno. E ora consigliere regionale in Lombardia, appena eletto. E’ il record di Vittorio Sgarbi, del quale tutti conoscono tutto, ma forse non la sfilza di incarichi che può gestire evidentemente grazie a un dono divino dell’ubiquità. Come faccia a fare al massimo e al meglio tutto questo è un mistero. Di sicuro il problema è il coordinamento dell’agenda, come ammette in un’intervista al Corriere della Sera. “È gestita male dai miei assistenti” risponde all’intervistatore, Claudio Bozza, con una mezza risata. “A volte incontro il presidente della Repubblica per caso, altre invece buco un appuntamento come il ricordo di Gerardo Bianco: è appena successo e c’era appunto Mattarella”. Un incidente causato dal fatto che “i miei assistenti mi hanno detto il posto sbagliato dove andare. Non mi ci faccia pensare che mi arrabbio di nuovo. La mia agenda consente grande fantasia”.

Quello che invece sembra coordinato perfettamente è l’incrocio di cariche che finora – come per magia – non ha causato neanche una incompatibilità. Finora: ora il ruolo di sottosegretario cozza con quello di consigliere della Lombardia. Alle Regionali ha raccolto 873 preferenze che sono briciole se si pensa che recordmen come Emilio Del Bono del Pd e Christian Garavaglia di Fdi hanno preso rispettivamente oltre 35mila e oltre 10mila voti personali. Eppure il critico d’arte, per i meccanismi cervellotici della legge elettorale, è riuscito a conquistare un seggio con la sua mini-lista con cui si è presentato anche alle elezioni politiche di settembre, “Rinascimento“, alleata con “Noi Moderati” di Maurizio Lupi. Eppure Sgarbi minaccia di non dimettersi (e quindi aspettare che si inneschino le procedure burocratiche spesso lentissime per portare alla decadenza. “Che io mi dimetta è tutto da vedere – dice al Corriere – Quelli sono voti conquistati da me”.

Ma come fa? “È una continua sovrapposizione di telefonate e incontri, molti importanti e talvolta casuali. Oggi mi sono occupato di un problema per un albergo a Napoli, poi di un quadro degli Uffizi, beghe con le sovrintendenze e ho risposto ad almeno 50 telefonate” dice ancora al quotidiano. A Sutri, spiega per esempio, dice di aver sostituito il ruolo di sindaco con quello di patrono: quando arrivo lì preparano un catafalco, faccio una processione di incontri e poi fanno anche i fuochi d’artificio”.

E ad accatastare cariche, giura Sgarbi, non si guadagna nemmeno. “Più incarichi hai e meno soldi prendi – assicura – Tutte le presidenze degli enti culturali sono a titolo gratuito. La mia spending review è: ‘Fare tanto, prendendo meno’. I parlamentari non fanno granché e, a parte quei due giorni la settimana in Aula, potrebbero rendersi utili in altri ruoli”. Non sarebbe meglio fare meno cose, ma meglio? C’è chi lo accusa di conflitti di interesse, gli chiede ancora il Corriere. “Ma che vadano…”.

Quanto alla tenuta fisica per un ritmo del genere Sgarbi conferma di dormire solo dalle 5 alle 10 del mattino “perché la notte a un certo punto la gente smette di rompermi le p… Allora io ho finalmente tempo di mettermi a leggere e a pensare. Poi la mattina c’è un traffico infernale. Al lavoro nessuno fa niente fino alle 11 e allora io ne approfitto per riposarmi”. Come aiutino elenca “solo acqua gassata e lambrusco“. “Ho suggerito io a Berlusconi, che era astemio, di assaggiare questo vino favoloso – aggiunge – Gli è piaciuto e così ogni tanto lo beve. Quando voi giornalisti avete saputo che il Cavaliere aveva ricevuto una cassa di vodka da Putin e lui ha ricambiato inviandogli una cassa di lambrusco… Beh: è per questo motivo”.

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