Il governo ucraino reagisce alle frasi di Silvio Berlusconi su Volodymyr Zelensky, accusato dal leader di Forza Italia di aver attaccato “le due repubbliche autonome del Donbass”. L’ex presidente del Consiglio, dice Mykhailo Podolyak, consigliere del premier ucraino, è “un agitatore vip che agisce nel quadro della propaganda russa” e “baratta la reputazione dell’Italia con la sua amicizia con Putin”. Le sue parole, sottolinea Podolyak “sono un danno per l’Italia”. Quindi l’affondo: “Getti la maschera e dica pubblicamente di essere a favore del genocidio del popolo ucraino”, ha detto a Repubblica.

L’attacco di domenica sera – Domenica sera, all’uscita dal seggio elettorale dove aveva appena votato per le Regionali in Lombardia, Berlusconi aveva detto: “Io a parlare con Zelensky se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”. Il riferimento del leader di Forza Italia – che aveva anche suggerito a Joe Biden di mettere sul piatto 9 miliardi di dollari in cambio del cessate il fuoco – era all’incontro di venerdì scorso tra Giorgia Meloni e il presidente ucraino a margine del Consiglio europeo.

“Bacia le mani insanguinate di Putin” – Berlusconi “deve ancora capire che ‘le repubbliche del Donbass’ non sono mai esistite – ha attaccato Podolyak – E che nella primavera del 2014, durante la prima fase dell’invasione russa, gli occupanti hanno creato una enclave criminale sul territorio ucraino del Donbass. Assolutamente illegale. Infine: nessuno ha aggredito la Federazione Russa. Nel febbraio 2022 loro hanno lanciato una invasione sul larga scala con l’intenzione di occupare l’intero territorio di un altro Paese e uccidere quanti più cittadini ucraini gli è possibile”. Berlusconi, ha concluso Podolyak, “deve smetterla di mascherare il suo vero desiderio e dichiarare pubblicamente di essere a favore del genocidio degli ucraini. E di considerare possibile, nel 21esimo secolo, guerre di occupazione in Europa”. Duro anche Oleg Nikolenko, portavoce del ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che ricordando quando “baciò le mani” a Gheddafi aggiunge: “Le ridicole accuse odierne contro Zelensky sono il tentativo di baciare le mani insanguinate di Putin e dimostrare la sua lealtà al dittatore russo”.

L’imbarazzo di Meloni e Tajani – Le frasi dell’anziano leader di Fi sono imbarazzanti per Palazzo Chigi, l’intero governo, a iniziare dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, coordinatore di Fi, e per l’intera maggioranza di centrodestra. Fonti di Palazzo Chigi, in via informale, aveva subito ribadito il “sostegno saldo e convinto” all’Ucraina “come chiaramente previsto nel programma” e come confermato in tutti i voti parlamentari della maggioranza”. Immediata anche la reazione dello stesso Tajani che ha sottolineato come Forza Italia è “da sempre schierata a favore dell’indipendenza dell’Ucraina, dalla parte dell’Europa, della Nato e dell’Occidente”. Nessuna nota ufficiale di Giorgia Meloni, che lunedì ha cancellato tutti i suoi impegni a causa di un’influenza e appena la scorsa settimana aveva definito Berlusconi come “il miglior ministro degli Esteri che l’Italia abbia avuto”. E anche il partito, in una nota, ha provato a sgonfiare le espressioni di Berlusconi affermando che il suo “sostegno in favore dell’Ucraina non è mai stato in dubbio” ma “ha solo espresso lasua preoccupazione per evitare la prosecuzione di un massacro e una conseguente grave escalation della guerra”. Berlusconi, ha scritto ancora Fi, “non ha mai nominato Putin, dal quale ha più volte sottolineato di essere rimasto deluso, ha solo spiegato che che nessuno è esente da responsabilità”.

I precedenti – Da mesi l’ex presidente del Consiglio, con cadenza regolare, esterna il suo pensiero sull’invasione russa. Le affermazioni più clamorose furono quelle trapelate nello scorso ottobre quando, durante una riunione con i deputati azzurri, aveva ricordato il suo legame d’amicizia con Putin ed espresso condotte sulla politica di Zelensky attribuendogli la responsabilità per lo scoppio della guerra. Il primo cambio di tono risale invece al 22 settembre 2022 quando, dopo aver difeso la posizione e le risoluzione della Nato, Berlusconi aveva iniziato ad usare toni molto più morbidi verso Mosca. Lo stesso giorno l’ambasciata russa in Italia aveva postato su Twitter una foto di Berlusconi insieme a Putin scrivendo di avere “molte cose da ricordare”.

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