Oltre al cibo, rifiuta di assumere anche gli integratori. Per questo motivo l’anarchico Alfredo Cospito è stato trasferito dal centro clinico del carcere di Opera al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano. Da quanto si è appreso da ambienti carcerari e giudiziari milanesi, per l’esponente anarchico, che si trova al 41 bis e che sta portando avanti lo sciopero della fame da quasi 4 mesi, si è reso necessario il ricovero ospedaliero proprio per il rifiuto di ogni tipo di alimento. Il trasferimento è avvenuto questo pomeriggio e secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa Cospito si trova in una delle camere riservate ai detenuti in 41 bis. L’uomo, il cui sciopero della fame è inasprito anche dal rifiuto di assumere integratori, è stato ricoverato nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale milanese su indicazione dei medici. A disporre il suo trasferimento è stato il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Tutte queste informazioni sono state confermate in serata da una nota del ministero della Giustizia.

Il trasferimento dal carcere all’ospedale è arrivato in una giornata in cui si sono susseguite le informazioni sulle volontà e sullo stato di salute dell’anarchico, che secondo quanto comunicato pesa ormai 71 chilogrammi. “Alfredo mi sembra determinato ad andare avanti sulla sua protesta. Anche se ho cercato di convincerlo a riprendere il potassio per ridurre il rischio di queste aritmie” ha detto Andrea Crosignani, medico scelto dalla difesa di Cospito in sciopero della fame, dopo averlo visitato in carcere. Il detenuto è “senz’altro lucido. Dal punto di vista generale l’ho trovato ancora in condizioni accettabili – ha aggiunto -. E’ arrivato da me camminando. Diciamo che è una situazione complessivamente seria, che anche se i parametri vitali tengono ma quando si arriva a questa situazione ci vuole veramente, veramente poco, perché la situazione precipiti. Perché in questi casi – ha aggiunto – la situazione precipita senza che ci siano dei segni particolari di allarme. Ho parlato con la cardiologa che mi ha segnalato un possibile rischio di aritmie fatali“.

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