Ripristinare 500mila ettari di aree naturali per la fauna selvatica e permettere a ogni famiglia di avere uno spazio verde o una fonte d’acqua a meno di 15 minuti. Queste sono alcune delle misure nel nuovo ambizioso piano per l’ambiente (Environmental improvement plan) approvato in Inghilterra a fine gennaio. Il governo punta mettere in pratica tutti i punti entro 11 mesi, per accelerare il percorso verso la sostenibilità e creare nuovi posti di lavoro. Ambientalisti e forze politiche nutrono però ancora molto scetticismo, anche perché, secondo una recente analisi dell’Office for Environmental Protection, l’organismo di vigilanza istituito ai sensi della legge sull’ambiente, Rishi Sunak è indietro o in stallo su quasi tutti gli obiettivi ambientali ereditati dai governi precedenti.

Gli obiettivi dell’Environmental improvement plan – Già inserito nella legge nazionale sull’ambiente, mira a tradurre nella pratica l’impegno del Piano ambientale venticinquennale del 2018, cioè quello di “migliorare l’ambiente entro una generazione e lasciarlo in un stato migliore di come lo abbiamo trovato”. Oltre alle aree selvatiche, il piano prevede la tutela di quasi 650 chilometri dei fiumi britannici, l’ampliamento di 3 mila ettari di boschi lungo le loro rive e la creazione o l’estensione di 25 nuove riserve naturali. Dovrà poi essere istituito un fondo per la sopravvivenza delle specie più minacciate, come ricci e scoiattoli rossi. Per affrontare problema delle acque reflue, recentemente al centro delle polemiche per gli sversamenti nel Tamigi, impone la riparazione e la sostituzione di 160 impianti di trattamento entro il 2027. Queste misure permetteranno di affrontare sia il problema dell’inquinamento sia della carenza idrica dovuta alle alte temperature, soprattutto nel periodo estivo. Per evitare gli sprechi saranno poi rivisti i regolamenti edilizi per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni, per impedire l’installazione di servizi igienici che perdano e scarichi poco efficienti. Inoltre, da novembre 2023 in poi ogni dipartimento governativo sarà obbligato a valutare gli impatti ambientali e climatici di tutte le nuove norme e i proprietari terrieri dovranno avviare pratiche di agricoltura sostenibile sul 10-15% dei loro terreni entro il 2030. Sarà anche migliorato il modo in cui vengono comunicati i dati sull’inquinamento atmosferico e sulla riduzione dei rifiuti.

Le critiche – Il piano ambientale non ha però convinto tutti: per le opposizioni non c’è chiarezza sui fondi con i quali sarà finanziato e, senza adeguati sostegni, l’industria agricola e la produzione di cibo nella Gran Bretagna rurale rischiano di crollare a causa delle nuove normative. Alcune delle misure sembrano poi irrealizzabili, come l’impegno per garantire l’accesso a un’area verde per tutti in breve tempo. Attualmente infatti, afferma Kate Ashbrook, segretaria generale della Open Spaces Society, 2,8 milioni di persone nel Regno Unito vivono a più di dieci minuti da uno spazio verde. Il governo Sunak inoltre non ha specificato quante leggi ambientali, emanate in seguito a direttive europee e già presenti nell’ordinamento di Londra, potrebbero essere abolite a causa della Brexit: secondo le stime, il loro numero va dalle 570 alle 1.781. Le misure inserite nel piano ambientale rischiano quindi di essere soltanto un doppione. Mentre gli obiettivi europei dovevano essere raggiunti in pochi anni, le nuove norme saranno applicate in tempi molto più lunghi: la creazione o il ripristino di 48mila chilometri di siepi all’anno è stabilita per il 2037. La cifra arriverà a 72 mila solo entro il 2050. I governi, affermano i movimenti ambientalisti, fanno alcune promesse da anni: per esempio, quella di ridurre le emissioni di ammoniaca provenienti dagli scarti di allevamento e agricoltura, che hanno un grande impatto sull’inquinamento atmosferico. “C’è anche una grande enfasi sul miglioramento della qualità dell’aria – ha dichiarato Paul de Zylva, attivista di Friends of the Earth – ma è completamente in contrasto con l’agenda del governo per la costruzione di strade da 27 miliardi di sterline e solleva seri interrogativi sul fatto che gli obiettivi siano stati istituiti per fallire”.

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