di Pietro Francesco Maria De Sarlo

Lo ammetto, non capisco l’entusiasmo di tutto il Consiglio dei ministri sul Decreto di Legge Calderoli, altrimenti detto ‘Spacca Italia’. Non capisco innanzitutto la premessa, ossia che il ddl nasca: “per favorire la semplificazione delle procedure, l’accelerazione procedimentale, la sburocratizzazione”. Perdonatemi, qualcuno ha evidenza che le classi politiche e amministrative regionali siano migliori di quelle nazionali e sappiano produrre migliori risultati?

Vogliamo parlare del Covid e della sanità lombarda? Se ci sono queste evidenze occorre renderle pubbliche con nomi e cognomi e a chi tocca tocca e ‘nun se ingrugna’. Non solo, ma nel ddl si afferma “i diritti civili e sociali devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale” . Sembra una tautologia, qualcuno può avere da eccepire? Mi sorge un dubbio: per caso oggi non sono garantiti i diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale? Perché se così fosse vorrebbe dire che in questo Paese qualcuno ha violato il Patto Unitario, prima di quello Costituzionale.

Ma evidentemente qualcosa che non ha girato per il verso giusto c’è perché nel ddl viene definita un’intricata procedura per quantificare tramite i Lep (Livello Essenziale nelle Prestazioni) il rispetto del dettato costituzionale della parità sul territorio dei diritti sociali e civili. Procedura su cui saranno puntati tutti i riflettori e, secondo le norme europee, dovranno seguire logiche di trasparenza e con la possibilità di accedere agli atti per tutti: associazioni, movimenti, comitati eccetera che avendone diritto ne faranno richiesta.

E quanto vale questa quantificazione? Secondo Svimez: “Per calcolarli serve una mappatura dei Lep, che richiede tempo. È credibile che per colmare il gap siano necessari almeno cento miliardi di euro”. Almeno cento miliardi? Qui a me che non capisco nulla sorgono dubbi, perplessità e angosce (sigh!). Se sino ad ora la parità dei diritti sociali e civili è stata violata è stata conseguentemente violata anche la Costituzione nella misura significativa di ‘almeno’ 100 miliardi. Chi ne risponde? Qualcuno, forse, dovrebbe avviare un contenzioso in Europa per comportamenti discriminatori su base territoriale?

Evidenziata la violazione occorre quindi porre subito rimedio. Come? Perché per quanto ovvio, e mi pare sia stato detto, come si dice: pagare moneta, vedere cammello. Ossia prima si mette mano al portafoglio e poi si fa l’autonomia. Perché già ora c’è abbondante materia per portare l’Italia dinanzi alla Corte di Giustizia Europea figuriamoci quando sarà evidente e valorizzato il gap sui Lep e il conseguente sottofinanziamento dei diritti sociali e civili in buona parte del Paese.

Evidenziato quindi il fabbisogno dei Lep qualcuno può pensare di non finanziarli? Veramente si pensa che tutto possa rimanere come prima e dire abbiamo scherzato continuiamo così con un Paese dove una parte è più uguale dell’altra? Oppure che qualcuno possa pensare che i Lep non debbano essere uguali perpetuando lo sconcio storico?

Infine mi chiedo: dove si troveranno almeno 100 miliardi? Ovviamente Giorgia Meloni e tutti i ministri plaudenti hanno già tutte le risposte, non rimane che renderne edotti anche i meschinelli come me. Rimango in fiduciosa attesa.

Ma forse questo è solo un Paese da avanspettacolo, dove il segretario in pectore del Pd, Stefano Bonaccini, ma forse fa solo ‘teatro’ visto che gli servono anche i voti dei piddini del sud. Passa da una posizione di ascaro della autonomia differenziata a suo oppositore oppure dove la neo premier Giorgia Meloni da vestale della Patria, anzi da Patriota della Nazione, diventa sponsor del ddl Calderoli, altrimenti noto come ‘spaccaitalia’.

“O tempora, o mores! Senatus haec intellegit, consul videt; hic tamen vivit” e dopo il porcellum Calderoli ancora imperversa con leggi ‘ad mentula canis‘.

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