“Lotta alle mafie? I politici che comandano sulle Province autonome di Trento e di Bolzano preferiscono non praticarla e nel perseguire questo intento abusano del loro potere”. Il consigliere Alex Marini, del Movimento Cinque Stelle, è costretto a prendere atto di una situazione di rifiuto ostinato a dar vita a un Osservatorio sulla criminalità organizzata, che monitori i fenomeni di infiltrazioni mafiose che un tempo sembravano estranei alla regione. Le inchieste giudiziarie hanno invece dimostrato che il problema esiste ed è attualissimo, soprattutto dopo che l’”Operazione Perfido” ha svelato il controllo da parte della ‘Ndrangheta sull’attività di estrazione del porfido a Lona Lases.

È di pochi giorni fa l’allarme lanciato al riguardo da Alberto Francini, l’ex questore di Trento, che è attualmente commissario del piccolo Comune, visto che alle elezioni amministrative non ci sono stati candidati per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale. “È difficile smuovere il paese dato che c’è ancora un atteggiamento di indifferenza su tutto ciò che riguarda la vita politica. L’indifferenza è dovuta al clamore suscitato dall’indagine che ha colpito in modo duro un paese di 800 anime, dove tutti si sentono un po’ con una lente di ingrandimento sulle spalle”.

Neppure questo è bastato a smuovere le istituzioni. “La conferma è arrivata in prima commissione regionale, dove Svp, Lega e Patt hanno imposto l’ennesimo rinvio dell’esame del disegno di legge per l’istituzione di un Osservatorio nel chiarissimo intento di farlo morire con la scadenza della consiliatura”, spiega Marini. La commissione, dopo sette mesi di inattività, era stata riconvocata: “A giugno la maggioranza impose la sospensione dell’iter del disegno di legge sull’istituzione dell’Osservatorio e lo fece esplicitamente contro la volontà del proponente, del sottoscritto – continua Marini – La ragione? Fantomatici ‘approfondimenti’ dei quali non si è mai avuto riscontro alcuno”.

La sorpresa è venuta dall’ordine del giorno della commissione: scomparso il punto relativo all’Osservatorio, misteriosamente inserito nell’elenco dei disegni di legge sospesi. “Avevo protestato con una nota formale al presidente Josef Noggler, ricevendo rassicurazioni che il disegno di legge sarebbe stato trattato. Invece l’impegno è stato disatteso e la maggioranza ha preteso di tirare dritto. Le regole democratiche di base però sono chiare: si può votare contro, naturalmente, ma non sospendere la trattazione”, sottolinea il consigliere M5s.

Per questo Marini parla di “un bullismo politico da parte della maggioranza che piega le regole alla propria convenienza e fa un ulteriore favore alle mafie che operano in Trentino-Alto Adige/Südtirol”. L’obiettivo? “Arrivare a fine consiliatura senza approvare leggi di contrasto alla criminalità organizzata. Per questo non abbiamo avuto alternativa se non di lasciare i lavori della commissione in segno di protesta”.

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