La nuova miniera di carbone di Whitehaven, in Cumbria, la prima ad aprire nel Regno Unito negli ultimi trent’anni e il cui progetto è stato approvato dal governo britannico Rishi Sunak poco prima di Natale, potrebbe impedire a Londra di rispettare l’impegno concordato a livello internazionale di ridurre le emissioni del gas serra metano. È passato più di un anno, infatti, da quando il Regno Unito ha firmato il Global Methane Pledge alla conferenza sul clima COP26 a Glasgow, promettendo di ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030. Solo che, secondo le stime del think tank britannico Green Alliance, riprese dal quotidiano The Guardian, la miniera rilascerà circa 17.500 tonnellate di metano ogni anno, allontanando così ancora di più quel target. Non solo. La miniera, che dovrebbe produrre 2,8 milioni di tonnellate di carbon coke all’anno, da esportare principalmente alle acciaierie europee, causerà anche l’emissione di circa 400mila tonnellate di CO2 ogni anno, come recentemente sottolineato anche dalla ong Friends of the Earth che, lo scorso 13 gennaio, ha presentato ricorso all’Alta Corte per contestare la decisione del governo di concedere il permesso di costruire la nuova miniera. Anche gli attivisti di Extinction Rebellion hanno protestato contro la decisione, gettando vernice nera davanti all’edificio che ospita l’ufficio di Michael Gove, segretario di Stato per le pari opportunità, l’edilizia abitativa e le comunità.

Le emissioni di metano – Il piano di West Cumbria Mining per una cava di carbon coke a Whitehaven è stato inizialmente approvato dal consiglio della contea locale nel 2020, ma la decisione era stata successivamente ritirata. Nel 2021 si è svolta un’indagine pubblica per esaminare le preoccupazioni circa l’impatto della miniera sull’ambiente, con l’Ispettorato della pianificazione che ha prodotto un rapporto per il segretario di Stato. A fine 2022 la decisione, arrivata a poche settimane dalla pubblicazione di un briefing nel quale Green Alliance sottolinea i rischi in termini di emissioni. Quelle 17.500 tonnellate di metano, infatti, corrispondono a quanto emettono 120mila capi di bestiame, circa la metà della mandria di bovini attualmente presenti in Cumbria. Londra conta di rispettare gli impegni, affermando che la miniera sarebbe a emissioni zero, anche grazie alla possibilità di catturare il 95% delle emissioni di metano. Il think tank, però, sottolinea che il governo tiene conto solo delle emissioni generate dalle operazioni in miniera e non di quelle prodotte dalla combustione del carbone estratto. Per azzerarle, scrive Green Alliance, bisognerebbe sì ricorrere alla cattura della maggior parte delle emissioni della miniera, sia quelle di metano e sia quelle di anidride carbonica, solo – aggiunge – che i migliori tassi di cattura al mondo dalle miniere raramente superano il 50%.

La causa legale di Friends of the Earth – Per l’attivista di Friends of the Earth Tony Bosworth “pianificare l’apertura di una nuova miniera di carbone nel bel mezzo di un’emergenza climatica è impensabile. La nostra sfida legale – ha aggiunto – si concentra su come il Segretario di Stato abbia preso in considerazione le prove relative al cambiamento climatico presentate da Friends of the Earth e altri durante l’indagine sulla pianificazione”. Tra le questioni poste dalla ong (e da diversi esperti da essa consultati) nel corso dell’indagine, l’accettabilità dei crediti di carbonio per compensare le emissioni della miniera, il precedente internazionale che l’apertura di una nuova miniera creerebbe e l’impatto dell’apertura della miniera su il mercato globale del carbone. A riguardo, anche Robert Watson, ex presidente del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc), con diversi incarichi nella Banca mondiale, ha sostenuto che la concessione del permesso di pianificazione porterebbe a “una riduzione dell’ambizione da parte di altri paesi, e quindi un aumento delle emissioni di gas serra a livello globale”, tra l’altro “minando la strategia climatica del Regno Unito su entrambi livello nazionale e internazionale”.

(nella foto la miniera di Whitehaven)

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