Mentre Giorgia Meloni cita il “qui si fa l’Italia” di Garibaldi, Matteo Salvini vuole fare l’autonomia per la sua Lombardia e il Veneto. Giusto ieri la premier ha lasciato il suo messaggio agli alleati: ” Spero che avremo a disposizione questi cinque anni, nonostante i tentativi di buona parte dell’opposizione, e non soltanto dell’opposizione, di metterci i bastoni tra le ruote“. Un avvertimento chiaro, rivolto in primis a Forza Italia che si è scostata dalla linea di Palazzo Chigi in particolare sulla questione accise e caro benzina. A parole tutti d’accordo, tanto che Salvini oggi dichiara: “La prima cosa che ho fatto questa mattina è stata mandare un messaggio di auguri buon compleanno a Giorgia Meloni”. Ma il regalo che le ha recapito il leader leghista non sarà molto gradito: “L’autonomia sarà realtà entro il 2023“, ha dichiarato Salvini questa mattina. Una trappola coi fiocchi: la riforma dell’Autonomia differenziata, infatti, è uno scontro tutto interno alla maggioranza di governo. La premier Meloni praticamente non ne parla, per tentare di disinnescare altre polemiche. Ma proprio ieri il ministro delle Esteri e coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani ha chiarito la posizione dei berlusconiani: “L’Italia non deve essere divisa” e soprattutto la nuova riforma “non deve penalizzare il sud“. La sintesi di quel che sta accadendo l’ha fatta Gianfranco Fini, ospite di ‘In mezz’ora in più’ di Lucia Annunziata su Raitre: l’autonomia differenziata è “la vera grande questione politica che la maggioranza dovrà affrontare nei prossimi mesi”.

Il pressing di Salvini – Nel palazzo di Regione Lombardia sabato il governo ha provato a fare quadrato, professando a parole compattezza e unità d’intenti, dopo le frizioni e le tensioni palesate anche dal ministro Francesco Lollobrigida, cognato di Meloni, che ha chiesto “lealtà” e definito “illogico” il comportamento di Forza Italia sulle accise. Sul dossier autonomia, però, il fronte è ribaltato: FdI e Fi sono sostanzialmente sulla stessa linea, invocano cautela e infatti hanno costretto alla retromarcia il ministro Roberto Calderoli, che aveva già presentato la sua riforma a Palazzo Chigi a fine anno. Appena spente le polemiche sul caro benzina, quindi, le parole di Salvini le riaccendono sull’altro fronte: “Sono sicuro che dopo 30 anni di battaglie, grazie a un centrodestra serio e compatto al governo e alla presenza importante della Lega, l’autonomia sarà realtà entro il 2023″. E anche “federalismo e presidenzialismo: noi siamo persone che mantengono la parola data“, dice il leader della Lega a Milano in occasione della presentazione dei candidati della Lega alle regionali in Lombardia. “Abbiamo una bellissima squadra in Consiglio dei ministri – aggiunge Salvini – abbiamo degli amici che a volte partono da presupposti differenti ma trovano sempre una sintesi comune“.

Lo stop di Tajani – Proprio la corsa per le regionali in Lombardia riporta l’autonomia differenziata al centro del dibattito. Ma lo stop è arrivato da Tajani. Anzi, il vicepremier ha rilanciato sui poteri di Roma Capitale: “Bisogna fare i Lep, bisogna anche pensare a un fondo di perequazione. Siamo al lavoro perché sia una riforma equilibrata e che avvantaggi sia il Nord sia il Sud, ma anche il Centro, ecco perché sui poteri di Roma Capitale dovremo lavorare”. Dal palco dell’autodromo di Monza, dove è stata aperta ufficialmente la campagna elettorale della Lega Giovani in sostegno della candidatura di Attilio Fontana, è arrivata la replica del ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli: “Io il percorso dell’Autonomia lo porto avanti, non ci sono santi, è il secondo punto delle riforme istituzionali del programma di governo, del governo Meloni di centrodestra”.

L’irritazione di Calderoli – La risposta di Calderoli è indirettamente rivolta anche a chi, nella maggioranza e nell’opposizione, ha criticato la sua riforma: “Sui giornali ho letto che c’è un derby tra chi accelera e chi frena. Per me – ha puntualizzato – le cose vanno fatte con i tempi giusti cum grano salis. Io continuo a spiegare che non solo si ha una prospettiva di maggior crescita per il Nord del Paese, ma anche una prospettiva di crescita di tutto il Paese, che è fatto di una locomotiva e tutti i vagoni: o restano agganciati o il treno si ferma”. Netto anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: “La riforma sull’autonomia è prevista dalla Costituzione. Secondo voi la Costituzione vuole spaccare l’Italia e creare delle ingiustizie, dei cittadini di serie A e serie B? Credo non ci sia altro da aggiungere”.

Gli equilibri nel centrodestra – Da Milano però ha parlato anche il presidente del Senato Ignazio La Russa. E la sua posizione sembra leggermente diversa: “Le riforme deve farle il Parlamento, mi interrogo su quale sia il modo migliore per realizzare i programmi. Il centrodestra ha nel suo programma il presidenzialismo e dosi diverse di autonomia, nelle opposizioni non c’è sintonia. Allora io credo che la strada migliore sia far parlare il Parlamento“, ha detto La Russa. Da ex leader della destra, Fini avverte sui pericoli che l’autonomia differenziata può portare al governo: “Non è una piccola riforma. È stata prevista, ahimè, da una riforma costituzionale voluta dalla sinistra, è una questione che è sta a cuore alla Lega ma molto trasversale, al Nord questa questione di avere potere è reale“. Fini riassume: “Per la Lega è una bandiera che non può essere ammainata. La Lega ha fretta e la fretta è cattiva consigliera, la riforma è complicata . Est modus in rebus, se si fa male e in fretta il rischio” di spaccatura del Paese “lo vedo”. A destra non è l’unico a pensarla così.

Articolo Precedente

Salvini contro gli ambientalisti di Ultima Generazione: “Sono vandali, meritano di andare in galera”

next
Articolo Successivo

“Le fette di melanzane devono essere così”: alla convention FdI il presidente del Senato La Russa in versione chef. Risate e applausi dalla platea

next