La caotica comunicazione della presidente del Consiglio e dei membri del governo, seguita all’aumento del prezzo dei carburanti, continua. Dopo la decisione sullo stop allo sconto sulle accise, che ha prodotto l’aumento del costo della benzina, esponenti del governo hanno avanzato accuse di speculazione, con la successiva convocazione del comandante generale della Guardia di Finanza a Palazzo Chigi, nelle stesse ore in cui la pubblicazione dei dati del ministero dell’Ambiente certificavano che la crescita del prezzo dei carburanti era dovuto allo stop del bonus.

Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari “è stato creato un caso sul nulla” ed è tutta colpa della stampa. “C’è stata una campagna che ha raccontato che i benzinai vendevano la benzina a 2,50 euro e il governo è intervenuto contro le speculazioni di chi vende a quel prezzo, ma i casi sono pochissimi. Sono rare eccezioni” ed esponente di Fratelli d’Italia a margine dell’incontro con i gestori dei distributori di carburanti. Allora su cosa è intervenuto il governo? “Quando c’è una campagna che dice che la benzina è a 2,50, il governo dice ‘interveniamo contro gli abusi’. Il giorno dopo qualcuno racconta che gli abusi li stanno facendo i distributori e si crea tutta una narrazione che noi non volevamo. La comunicazione non la gestiamo noi e per noi diventa complicato”.

Fazzolari dimentica di dire che le accuse ‘c’è chi specula e chi fa il furbo’ sono state lanciate dal vicepremier e ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Matteo Salvini. In più, i quotidiani si sono limitati a riportare i prezzi dei carburanti sulle autostrade, il cui prezzo è maggiore rispetto ai prezzi dei distributori sul resto della rete stradale. “La benzina a 1,8 euro è un problema? Sì, ma noi rivendichiamo che dieci miliardi (il costo del bonus carburanti è di 1 miliardo al mese, 12 miliardi per l’intero anno, ndr) per abbassare il prezzo dei carburanti non era la priorità e continuare a parlare oggi di questo sembra una perdita di tempo” afferma Fazzolari. Ma lo fa proprio mentre è in corso l’incontro tra governo e gestori dei distributori dei carburanti. “Lo sciopero? La protesta dei benzinai non è esagerata, se c’è stato un malinteso lo chiariamo”. Al punto che anche l’ultima misura varata dal governo – l’obbligo dei esporre il prezzo medio giornaliero in tutti i distributori d’Italia – è già rimessa in discussione. “Ne parliamo con i distributori. Noi non lo volevamo fare come politica punitiva, ma per dimostrare come non ci siano speculazione da parte dei distributori. Però se questo ha creato un corto circuito di comunicazione, potremmo modificare l’obbligo”.

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