Sorveglianza semplice. È questa la misura richiesta dal pubblico ministero per Simone Ficicchia, l’attivista del movimento ambientalista Ultima Generazione, a processo a Milano, per diverse azioni di protesta non violenta in tutta Italia, come blocchi stradali o l’essersi incollato alle opere del museo degli Uffizi a Firenze. Il tribunale comunicherà la sua decisione entro 30 giorni dall’udienza di oggi. Intanto però il 20enne vogherese può tirare un primo sospiro di sollievo. Inizialmente dalla Questura di Pavia era stata ipotizzata la sorveglianza speciale, secondo il ‘Codice Antimafia‘. Un provvedimento che ha scatenato l’indignazione di tutti i gruppi per il clima e di associazioni per i diritti, che si sono radunati in un centinaio per un presidio di solidarietà davanti al Palazzo di Giustizia di corso di Porta Vittoria. Tra loro anche Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni.

“Se non avessi saputo delle tante persone fuori e di quelle in aula qui con me, non avrei affrontato il processo con tanta serenità – ha detto Ficicchia fuori dall’aula – È stata una grande risposta a un atto repressivo. Continueremo a lottare per il clima. Ci aspettano grandi mesi”. Ad accogliere l’attivista all’uscita dal Tribunale è stato un boato di gioia. “Non sarebbe giusto se Simone non seguisse la sua battaglia – ha commentato la madre – Spero che il suo sacrificio valga a qualcosa. I ragazzi non possono però essere i soli ad agire”. Dopo l’udienza una ventina di attivisti di Fridays for Future, Extinction Rebellion e Ultima Generazione sono andati alla Questura di Milano per autodenunciarsi, in solidarietà a Ficicchia, per manifestazione non autorizzata. “Lottare per il clima e per la nostra nazione non può significare essere sorvegliati speciali. Se è così dobbiamo diventarlo tutti”, ha spiegato Luca Trivelloni, 28 anni, portavoce di Ultima Generazione. “Non è possibile che un semplice cittadino preoccupato per la crisi climatica sia considerato alla stregua di un mafioso” ha aggiunto Cristiano Fiorentini, 18 anni di Fridays for Future Pavia.

Secondo la piazza anche la sorveglianza semplice sarebbe “sproporzionata e prenderebbe di mira la persona sbagliata: un ragazzo di 20 anni che ha partecipato ad azioni non violente”, come ha detto Cloe Bertini, 24 anni, attivista di Ultima generazione. “Isolare una persona, costringerla a notificare quando esce da una città è il migliore modo di metterla a tacere, soprattutto se è una voce scomoda. E quella che chiede lo stop ai combustibili fossili e azioni concrete a questo governo è una voce scomoda”, ha affermato Lorenzo Barili di Fridays for Future Milano. “Noi non ci fermeremo – garantisce ancora Bertini – Possiamo accettare le conseguenze legali per noi delle nostre manifestazioni ma non lo sguardo dei bambini di domani che subiranno la crisi climatica e non avranno da mangiare“.

Un punto che ha sottolineato anche Ficicchia davanti al giudice, sottolineando l’urgenza di chiedere “in ogni modo possibile (purchè senza fare del male a nessuno)” lo stop ai combustibili fossili e l’utilizzo delle energie rinnovabili. “Abbiamo trovato ascolto, le facce e l’atteggiamento erano umani – ha raccontato – In generale però mi sembra che il clima sia di repressione. Oltre al mio processo ci sono i tre arresti nei confronti dei ragazzi che hanno imbrattato il Senato. Poi stanno arrivando multe e avvisi orari a pioggia, anche per chi ha appena cominciato a fare azioni“. Indipendentemente dalla decisione e giudice sulla sorveglianza semplice e dai processi che dovrà affrontare per le azioni di protesta svolte in tutta Italia nel 2022 (il prossimo il 23 febbraio per danneggiamento in concorso con altri, sempre a Milano), Ficicchia continuerà a sostenere la causa “anche online. Stiamo cercando interlocutori politici ma per ora è mancato il coraggio di agire per il futuro“.

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Ultima generazione, presidio al tribunale di Milano in solidarietà all’attivista Simone Ficicchia: “È repressione, ma non ci fermiamo”

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