La Sicilia come Hollywood. A questo sembrano puntare i governi regionali vista l’ingente spesa nel settore audiovisivo, quello su cui stanno puntando molte delle (poche) fiches a disposizione delle casse regionali. Ma forse più che i recenti governi è più corretto dire che a impiegare le risorse per trasformare l’isola in un grande set cinematografico è un assessorato in particolare, quello del Turismo e spettacolo, retto negli ultimi anni solo da esponenti di Fratelli d’Italia. È lì che è stato siglato un patto di ferro tra politica, cinema e tv che ha ingrossato sempre di più le risorse regionali destinate a questo settore. E la vicenda dei quasi quattro milioni assegnati a una società del Lussemburgo per la mostra al festival di Cannes è solo un episodio di una politica cominciata nel 2020, quando alla guida della Sicilia Film Commission arriva Nicola Tarantino che dà una forte sterzata agli appetiti hollywoodiani dell’isola.

La Sicilia come Hollywood – Archiviata la pandemia, la Sicilia va a Cannes in pompa magna già nel 2021, e poco dopo stanzierà 3 milioni di euro per le produzioni tv e cinematografiche da girare rigorosamente in Sicilia. Tra queste figura la 11 Marzo srl, la società che produrrà la serie tv con Ambra Angiolini “Protezione Civile”, che otterrà dalla Sicilia 250 mila euro. Ce ne vorranno però molti di più per ripristinare i danni causati: girato a Stromboli, durante le riprese è stato acceso un fuoco in una giornata di scirocco, provocando un vastissimo incendio che ha rovinato la stagione estiva dell’isola siciliana. Ma i tre milioni del 2021 non erano che l’inizio di una politica tutta rivolta alla settima arte e non solo: l’anno successivo, ovvero il 26 settembre del 2022, un decreto metteva nero su bianco lo stanziamento per le prossime produzioni cinematografiche e tv: 10 milioni e 800 mila euro. Più che triplicata la somma per rendere l’isola un grande setting e così promuoverne l’immagine in tutto il mondo. Questo è il fine dichiarato dallo stesso Tarantino e ribadito nel decreto n. 2298 del 26 settembre in cui si impegnano i soldi a valere negli esercizi del 2023 e 2024: la Sicilia è al momento in esercizio provvisorio, ci resterà almeno fino al 31 gennaio, però ha già impegnato quasi 11 milioni di euro per 2023 (4.320.000) e 2024 (6.480.000).

La lista della spesa – È così, infatti, che la Disney otterrà un milione di euro per girare i Leoni di Sicilia “che verrà visto in più di 180 paesi”, sottolinea Tarantino. La piattaforma Disney assicura una grande audience per l’opera della siciliana Stefania Auci con ricadute, si spera, anche per tutta l’Isola: “Per potere ottenere i finanziamenti bisogna girare in Sicilia e investire sul territorio una volta e mezzo la cifra ottenuta”, spiega ancora Tarantino. Un milione e mezzo da spendere in Sicilia per girare in Sicilia. È questa la strategia economica messa in atto dall’assessorato al Turismo, retto adesso dal meloniano Francesco Scarpinato: un ufficio occupato fino a pochi mesi fa da un altro meloniano, Manlio Messina, che adesso è vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia. Prima ancora che ci fosse un passaggio di consegne, ovvero che Renato Schifani componesse la sua giunta e che da Roma gli venisse imposto da Francesco Lollobrigida l’attuale assessore, è stato rinnovato il contratto per Tarantino. Stipulato il 10 ottobre con scadenza nel 2024. Da anni funzionario regionale, con un lungo curriculum in cui ha vestito persino la divisa della Guardia di Finanza, Tarantino vanta un master in Gestione di imprese cinematografiche ed audiovisive presso l’Anica (Associazione nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) ed è stato perfino Responsabile casting fotografico del film di Giuseppe Tornatore “Nuovo Cinema Paradiso” nel 1989. L’uomo giusto al posto giusto che riesce a far lievitare i soldi destinati al settore in poco più di un anno.

Mr Absolute: “Ecco come è andata per l’evento di Cannes” – Molto, però, si deve alla vetrina di Cannes. È quel che suggerisce Tarantino e che ribadisce anche Patrick Nassogne, patron della Absolute Blue, la società lussemburghese che si occuperà dell’evento siciliano in Costa azzurra, costato 2,2 milioni l’anno scorso e triplicato per il 2023: per l’evento francese usciranno dalle casse siciliane 3.750.000 di euro. “Visto il successo e le ricadute del primo evento che hanno portato in Sicilia molte produzioni internazionali, quest’anno si è voluto investire di più, come per esempio sugli ospiti, ma nei particolari per questioni di segretezza contrattuale non vorrei entrarci”, dice Nassogne al fattoquotidiano.it. La spesa per gli ospiti sarà però solo 29.760 euro, mentre le cifre più esose riguardano l’affitto e l’arredamento della sala (920 mila euro) e la manodopera (790 mila). Se la bontà dell’evento è provata, dunque, l’aumento di spesa così vertiginoso da un anno all’altro resta pieno di interrogativi. Mentre Nassogne chiarisce altri aspetti: “Non abbiamo 3 dipendenti ma 6, mentre contiamo su un parterre di 150 free lance. La società è mia e l’ho creata io molti anni fa. Vivo in Belgio dalle scuole medie, quando mi sono trasferito qui dopo un periodo in Italia, dove ho frequentato le elementari in un paesino in provincia di La Spezia. Ci andammo a vivere dopo un periodo in Africa: mio padre lavorava alla Nato”, spiega Nassogne. Che sottolinea: “Facciamo brand activation, in sostanza mettiamo in relazione grandi brand e grandi eventi, creando connessione tra questi. Tra i nostri clienti c’è Mastercard, dopo Cannes faremo il Roland Garros e la finale di Champions League a Istanbul. Il rapporto con la Sicilia nasce due anni fa, quando ho avuto bisogno di un’orchestra per il primo evento a Cannes (prima di quello siciliano, ndr), volevo una piccola orchestra e ho scelto quella di Catania, in quell’occasione ho conosciuto l’assessore Manlio Messina”. E tiene a precisare: “La mia società non ha mai avuto nessun debito”.

Si gira anche sulle opere incompiute – Un felice connubio tra imprenditori e politica, questo pare dunque esserci dietro l’improvvisa fortuna cinematografica siciliana. Nel cui elenco entra ancora con un milione di euro alla Palomar, la casa di produzione del Commissario Montalbano e di Makàri, che girerà Sabbia Nera, la serie tv tratta dai gialli di Cristina Cassar Scalia. La Wildside, che ha appena prodotto Le Otto Montagne, sarà in Sicilia per girare Mandorlo Amaro, prendendo come contributo 800mila euro. Sono solo 500mila per Il Cavaliere della Strada, prodotta da Revok srl, mentre 400 mila andranno per L’Amore che ho (la storia di Rosa Balistreri). Anche senza finanziamenti l’isola spopola già sulle piattaforme: su Sky, per esempio, la fortunatissima serie americana The White Lotus, dopo la prima serie girata alle Hawaii, ambienta la seconda stagione quasi integralmente a Taormina (oltre Noto, Cefalù e Palermo). Su Netflix ormai da qualche mese è uscito From Scratch, tratto dall’autobiografia dell’attrice americana Tembi Locke (interpretata da Zoe Saldana) e basato sulla sua storia personale: la Locke si è sposata con un siciliano e alcune scene della serie sono ambientate sull’isla. Un’isola che per la varietà del panorama, dai vulcani alle spiagge, ai monumenti di certo si presta a fare da setting, ma non sono solo le bellezze dell’isola ad avere attratto gli appetiti della settima arte: perfino una grande incompiuta come la diga di Blufi, sulle Madonie, è diventata un set. Costata 500 miliardi di lire fu iniziata nel 1989 e mai portata a termine: avrebbe dovuto fare da vaso comunicante tra la diga Ancipa e la diga del Fanaco per la distribuzione di acqua alle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. È invece diventata il setting per un nuovo adattamento cinematografico del capolavoro di Dino Buzzati, “Il deserto dei Tartari”. Si chiamerà “Fortress”, sarà diretto da Jessica Woodworth e tra gli attori principali conta Geraldine Chaplin, figlia di Charlie. Ammessa a finanziamento per un milione di euro c’è pure la serie di Valeria Golino tratta da “L’arte della Gioia”, il fortunato libro della scrittrice siciliana Goliarda Sapienza. Tra bellezze e incompiute i luoghi dove girare un film in Sicilia non mancano. E, a quanto pare, neanche i soldi.

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