Riaprire i piccoli tribunali chiusi un decennio fa da Mario Monti. C’è anche questo nell’agenda del governo di Giorgia Meloni, secondo il quotidiano La Stampa. Alla voce giustizia non ci sono soltanto le riforme annunciate dal guardasigilli Carlo Nordio, che vuole eliminare l’abuso d’ufficio, consentire l’uso delle intercettazioni solo per reati di mafia e terrorismo e ripristinare la vecchia prescrizione. Posizioni, quelle del ministro della Giustizia, che non piacciono a tutta la maggioranza. E neanche a tutto Fdi, il partito che lo ha eletto e che in via Arenula esprime anche il sottosegretario, Andrea Delmastro Delle Vedove, spesso su posizioni molto meno garantiste di Nordio. Sui tribunali soppressi dal governo Monti, Delmastro dice al quotidiano diretto da Massimo Giannini: “Dobbiamo prendere atto che quella riforma è stata un fallimento. Mancano i risultati attesi. Non ha garantito la celerità dei giudizi che prometteva. E ha spento in troppi luoghi la luce della legalità rappresentata da una sede giudiziaria“.

Nel 2012 la scelta del governo tecnico guidato da Monti, con guardasigilli Paola Severino, era legata a motivi di carattere finanziario ed economico. In poco tempo vennero tagliate 215 sedi distaccate e furono dimezzati i giudici di pace. Un taglio orizzontale che all’epoca risparmiò soltanto le sedi sulle isole di di Lipari, Portoferraio e Ischia. Ma a salvarsi dalla chiusura furono pure i piccoli tribunali dell’Abruzzo, che era stato colpito dal terremoto. Da allora le sedi di Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto sono rimaste aperte grazie a cicliche proroghe. L’ultima scadrà alla fine del 2023, ma pure dopo i quattro tribunali saranno “al sicuro”, garantisce Marco Marsilio, governatore dell’Abruzzo e big di Fratelli d’Italia, molto vicino a Meloni. Un’assicurazione, quella del presidente abruzzese, che è legata proprio ai piani dell’esecutivo: riaprire i piccoli tribunali chiusi da Monti. D’altra parte nel programma del centrodestra si parla esplicitamente di ridisegno delle sedi giudiziarie.

“La giustizia di prossimità è un valore in sé”, dice sempre Delmastro. Che nel 2021 organizzò un incontro tra Meloni e l’allora guardasigilli Marta Cartabia. Un faccia a faccia in cui l’attuale premier parlò anche dei piccoli tribunali da riaprire. “Cartabia – dice oggi Delmastro – era fermamente convinta che per arrivare ai risultati concordati con l’Europa, e cioè la velocizzazione dei processi civili e penali, sarebbe stata sufficiente una massiccia digitalizzazione. Noi esprimevamo una posizione molto diversa. La digitalizzazione può essere di aiuto per il processo civile, ma non basta senza un massiccio investimento nel personale. Per il processo penale, poi, la smaterializzazione degli atti è addirittura un serio rischio. E nulla potrà mai contraddire il principio di fondo del contraddittorio. Il ritorno a una giustizia di prossimità aiuterà la celerità, non il contrario”.

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Immigrazione, i sindaci contro il Governo: “Stiamo facendo da supplenti ma competenza è dello Stato”

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