Il primo tribunale civile al mondo a giudicare un regime militare: questa la trama di Argentina 1985, un film di Santiago Mitre disponibile sulla piattaforma Amazon Prime Video. La pellicola si ispira alla vera storia di Julio César Strassera, pubblico ministero a cui viene affidata l’accusa nel processo contro le prime tre giunte militari che comandarono l’Argentina tra gli anni Settanta e Ottanta, quando nell’ambito dell’Operazione Condor gli Usa appoggiarono la creazione di una dittatura militare autodenominatasi Processo di Riorganizzazione Nazionale. Fu durante questi anni che si assistette a una spaventosa retrocessione nel campo dei diritti umani, con migliaia di prigionieri politici e di sparizioni forzate – i famosi desaparecidos.

Con la caduta del regime, il presidente Raul Alfonsin ordinò l’allestimento di un processo che mettesse al riparo la democrazia dai colpi di Stato che flagellavano il Paese da cinquant’anni; ma i generali, convinti di aver agito per evitare l’instaurazione del comunismo, ritenevano di poter essere giudicati solo da un tribunale militare, che inevitabilmente li avrebbe assolti. Perciò il processo passò nelle mani della giustizia civile.

A causa dei numerosi rifiuti a collaborare ricevuti dai colleghi per paura di minacce o per convinzioni politiche, Strassera si trovò a dover mettere in piedi una squadra di neolaureati, incaricati di convincere i testimoni oculari e le vittime a parlare e trovare così le prove che inchiodassero i responsabili. Strassera venne affiancato dal pm aggiunto Luis Moreno Ocampo, proveniente da una famiglia di militari: un ‘cavallo di Troia’ per l’accusa, che in questo modo si assicurava protezione dalle ritorsioni dei gerarchi.

Nonostante il poco tempo a disposizione, questo team improvvisato riuscì a raccogliere le testimonianze di 709 vittime e a portarle a processo, mentre Strassera si trovò sotto la fortissima pressione di due poli opposti: gli indagati che avevano interesse a farlo desistere e il fuoco amico, spaventato da eventuali ritorsioni delle Forze Armate. Per questo lo stratagemma di tenere costantemente informata la stampa riuscì nell’intento di creare un ampio consenso verso il processo nella società civile, storicamente restia a criticare i militari.

Questo film dal chiaro intento celebrativo è un’opera coraggiosa, che recupera il passato comune degli argentini in un periodo (quello odierno) di grandi divisioni politiche e che fissa nella memoria degli spettatori la figura di Strassera, interpretata da un Ricardo Darin in stato di grazia, e di Peter Lanzani nei panni di un giovano Moreno Ocampo, tramite necessario anche per perpetuare tra i giovani la memoria di ciò che è stato. I personaggi che costituiscono la squadra del pm non vengono dipinti come eroi nazionali ma come persone comuni, che risultano però eccezionali nella loro decisione di non voltarsi dall’altra parte e di agire per ottenere giustizia anche di fronte a una sfida apparentemente impossibile.

Il film, che affonda così le radici nella recente storia patria e celebra i valori di democrazia e libertà, è entrato pochi giorni fa nella rosa delle 15 pellicole scelte tra le 95 candidate per il premio Oscar come Miglior film straniero, e punta a entrare tra i 5 nominati che si contenderanno l’ambita statuetta nell’edizione 2023. Chissà che i mondiali di calcio e la situazione geopolitica mondiale – nella quale la lotta alla libertà contro i regimi autoritari resta in primo piano – non facciano il resto.

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