di Maurizio Contigiani

Il percettore del reddito di cittadinanza è un fannullone, un parassita e un ladro, mentre chi non paga la cartella esattoriale è un poveraccio che non ce la fa.

Chi ruba perché non ha più il reddito ma nemmeno il lavoro è un ladro, chi invece estorce soldi, dall’alto di un qualsiasi ruolo istituzionale, per elargire favori più o meno grandi, è un colletto bianco, per cui non ruba ai danni della comunità perché la comunità già lo paga per i suoi servigi elargiti con disciplina e onore, tuttalpiù integra il suo lauto stipendio con denari provenienti dal suo corruttore, facendosi corrompere da qualcuno necessariamente ai danni di un altro o di tutta la gente che dovrebbe rappresentare.

Non è possibile immaginare un’Italia che lavora e produce senza quei parametri che da sempre l’hanno contraddistinta. Qualsiasi attività produttiva di questo Paese è stata sempre integrata da gigantesche dosi di illegalità, le cui sfaccettature spaziano dalla raccomandazione, come miglior strumento per la negazione del merito, all’evasione come perenne furto allo stato, presente in qualsiasi operazione, grande o piccola, in cui c’è produzione.

Il Rinascimento è finito da tempo, oggi esportiamo in prevalenza mafia e corruzione e l’Europa impara, impara e copia e copiando si è resa conto che da noi non si può produrre ricchezza prescindendo da simili “valori”: ecco spiegato il motivo di tante porcate a livello di riforme della giustizia, targate prima Cartabia e adesso Nordio. A scandalizzarsi sono rimasti solo Travaglio e Di Battista, gli altri sono tutti d’accordo. Forse lo siamo anche noi, che, mentre ci indigniamo, continuiamo a pagare in nero una piccola riparazione domestica, una pulizia dei denti, il meccanico, una pizza e una birra, un’infiltrazione al ginocchio, l’affitto di un pedalò o di un gommone, il taglio dei capelli, una lettera dell’avvocato.

Un Paese così non potrà mai andare avanti su binari diversi e l’Europa lo sa, quindi l’Europa avalla e promuove riforme giudiziarie in grado di mettere in condizione gli italiani e i suoi degni rappresentanti di poter finalmente spendere il Pnrr nell’unico modo in cui ne sono capaci.

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