9 novembre 2020. Le aziende Pfizer e BioNTech annunciano i risultati dello studio di fase 3 del vaccino mRNA BNT162b2110. I risultati sono straordinari e il vaccino mostrava un’efficacia molto elevata, specialmente in relazione a malattie gravi e morte. Seguiranno altri studi e altri vaccini efficaci. Nonostante la diffusione di nuove varianti che hanno ridotto drasticamente la capacità dei vaccini di ridurre i contagi, queste scoperte hanno trasformato gli approcci al controllo della pandemia in virtù dell’efficacia dei vaccini nel ridurre ricoveri e decessi. Eppure, una delle opinioni più ascoltate nei media e social media da allora è stata “il vaccino non salva vite, ma uccide”. Il 9 luglio 2022, il quotidiano Italiano La Verità, ad esempio, intitolava la prima pagina così: “Muoiono i vaccinati, non i no vax”, citando a sproposito le affermazioni di un noto esperto del settore.

Ovviamente, le prove scientifiche dicevano tutt’altro. La litania di sparate infondate sui vaccini però non si fermava e a metà novembre 2022 veniva addirittura arricchita dalle opinioni del sottosegretario alla salute del governo italiano, Marcello Gemmato, che spiegava: “Non c’è la prova che senza vaccini saremmo stati peggio”. Insomma, per il sottosegretario alla salute (!) del governo Meloni “l’efficacia dei vaccini è tutta da verificare”. Pochi giorni dopo le dichiarazioni di Gemmato usciva un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità che mostrava i dati del mese precedente: nelle fasce della popolazione di età superiore a 60 anni, la mortalità dei non vaccinati risultava da quasi tre volte fino a nove volte e mezzo più alta della mortalità dei vaccinati a seconda del numero di dosi booster e dei giorni trascorsi dall’ultima vaccinazione.

Tra le opinioni dei cittadini che devono prendere decisioni sui vaccini e le prove sull’efficacia dei vaccini raccolte nella letteratura scientifica c’è un mare di disinformazione e gli effetti letali di questa cascata di notizie false si sono visti forse nel modo più emblematico negli Stati Uniti. Il caso forse più emblematico è stato il Texas dove circa 40.000 dei 90.000 decessi per Covid-19 registrati fino al 24 agosto 2022 si sono verificati dopo il primo maggio 2021, quando i vaccini Covid-19 erano già disponibili. I dati del Texas Department of State Health Services riportano che l’85% dei decessi Covid-19 nel 2021 si è verificato tra i non vaccinati, mentre nei primi tre mesi del 2022, durante l’ondata di Omicron, i tassi di morte negli Stati Uniti erano 20 volte superiori tra le persone non vaccinate rispetto alle persone che erano state vaccinate e avevano ricevuto un richiamo.

Uno studio dal Regno Unito uscito a fine 2022, che ha utilizzato un modello causale dinamico per stimare l’efficacia del programma vaccinale nazionale, ha mostrato che la vaccinazione a due dosi somministrata al 66% della popolazione del Regno Unito ha ridotto le probabilità di morte del 93%. Una ricerca sistematica della letteratura scientifica che ha analizzato 54 studi sul tema ha mostrato che la relazione inversa tra vaccinazione e mortalità è molto forte e generalizzata a numerosi contesti. Lo studio inoltre ha sottolineato la natura “dose-risposta” della relazione, mostrando che la mortalità dei vaccinati con due dosi è inferiore alla mortalità dei vaccinati con una sola dose. Secondo uno studio pubblicato su Lancet, a livello mondiale, la vaccinazione contro il Covid-19 ha sostanzialmente alterato il corso della pandemia salvando una stima di 14,4 milioni di vite in tutto il mondo da dicembre 2020 a dicembre 2021.

Paradossalmente le diverse proporzioni di esitazione vaccinale tra gli stati americani, probabilmente influenzati in modo eterogeneo da ondate di disinformazione Covid, hanno fornito senza volerlo le basi empiriche per un esperimento naturale sull’efficacia dei vaccini. Oltre alla tragedia texana esistono studi che hanno evidenziato che gli stati dove la maggioranza dei cittadini ha votato per il partito Repubblicano hanno osservato i peggiori indicatori di mortalità e le più alte percentuali di cittadini riluttanti a vaccinarsi. I votanti del partito Repubblicano sembrano però aver anche una maggiore propensione a diffondere fake news e a usare fonti di informazione che diffondono fake news, oltre a non saper distinguere le notizie vere da quelle false. Altre prove scientifiche hanno inoltre sottolineato un’associazione negativa tra i tassi di vaccinazioni e il grado di disinformazione, mostrando un effetto paradossale dell’informazione Covid-19 divulgata da sedicenti “esperti” in epidemiologia e salute pubblica: più leggi, meno sai.

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