“I rifiuti devono tornare ad avere un valore, ad essere preziosi”. Con questa idea Ferdinando Gomes da Silva nel 2015 ha progettato il primo prototipo di Riselda, un cassonetto ‘intelligente’ che misura gli scarti e premia le famiglie che li riciclano. La sua idea rischiava di rimanere confinata tra le mura del carcere di Firenze, dove il tecnico elettricista era detenuto. Però la collaborazione con i volontari dell’Università Federico II di Napoli – “che mi hanno aiutato per la loro tesi di laurea in ingegneria informatica” – l’ha trasformata in un brevetto, finanziato da Publiambiente Spa, l’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti in Toscana. Poi, dopo una prima sperimentazione nel carcere di Bollate, in Lombardia, da alcune settimane Riselda è approdata in un condominio in via Solari. “Al momento abbiamo coinvolto una ventina di famiglie – spiega Gomes Da Silva – Speriamo di espanderci presto a tutte le 150 che abitano nel palazzo e poi al circondario, per aggredire sempre di più gli sprechi”.

Uno dei primi traguardi di Riselda – chiamata così in onore della madre di Gomes Da Silva – è stato incentivare la raccolta differenziata in carcere. Nella struttura di Bollate, dove l’elettricista brasiliano è stato trasferito nel 2017, ha toccato l’80%, grazie alla collaborazione con le aziende Amsa e Novamont e l’associazione ambientalista, fondata dai detenuti, Keep the Planet clean. In cambio di corrette pratiche di riciclo, gli aderenti ottenevano premi come un’ora di colloquio aggiuntiva o una telefonata in più. “Noi intanto potevamo misurare la quantità di rifiuti di ciascuno e pensare a soluzioni per prevenirne la produzione – spiega Gomes – soprattutto di quelli alimentari”. Per esempio, grazie al rifiutometro, hanno potuto contare tutti i filoni di pane – da 300 grammi ciascuno – che nel carcere finivano nel bidone dell’umido. “Così abbiamo scoperto che si buttavano 4 tonnellate di pane ogni mese e il direttore ha potuto prendere delle contromisure: invece di un filone di pane da quel momento ne ha distribuiti due da 50 grammi ciascuno”. La svolta è arrivata nel 2021. Tramite l’associazione Quintal – al quale si è unito Gomes da Silva – il progetto si è aggiudicato il primo posto nel Bando Scuola Dei Quartieri, “per migliorare alcune zone della città”. Per realizzare il prototipo, è stato necessario un piano di crowdfunding, realizzato con B-Part, che ha coperto il 40% dei fondi. La parte restante è stata finanziata dal Comune di Milano. Dal 26 ottobre 2022 Riselda è stata così installata in un condominio di via Solari. “All’inizio abbiamo trovato 12 famiglie che vivevano in palazzo antico, molto bello, ma con un problema serio di raccolta dei rifiuti” spiega Gomes.

Il prototipo grezzo pesa circa 200 chili e ha un costo di circa 20mila euro. “Rispetto al 2017, grazie alle nuove tecnologie, l’hardware che governa il sistema di pesatura del cassonetto sarà sempre più piccolo e peserà sempre meno. Arriveremo a svilupparne uno da 800 grammi, per un costo di circa 30 euro”. Il funzionamento è molto semplice: il cassonetto intelligente pesa, misura e traccia i rifiuti che vengono inseriti al suo interno. Con una card personalizzata – e prossimamente un codice Qr – gli utenti condividono le loro informazioni sulle quantità di plastica, cartone o umido prodotte, “sempre protette e a disposizione solo del Comune”. In questo modo, grazie a un sistema di punti e di “accordi che stiamo tentando di raggiungere con i commercianti locali, li premiamo con degli sconti sulla spesa chi realizza la raccolta differenziata”. L’idea, per Gomes Da Silva, permette a tutti “di capire che cos’è l’impronta ecologica – cioè le risorse che ciascuno consuma – e come ridurla, con un beneficio per se stessi e per la propria comunità”. Infatti una sola persona in un anno, secondo le prime rilevazioni di Riselda, è capace di produrre 2 tonnellate di umido. Si tratta di quasi la metà del cibo che acquista e conserva nel suo frigorifero o nella sua dispensa. “Sapendo questo, si può correre ai ripari”. Questo sistema sarà poi molto utile in vista dell’entrata in vigore della legge sulla tariffa puntuale (quella del 20 aprile del 2017) a Milano, che modula il pagamento della tassa sui rifiuti alle singole utenze. Supera però quello attuale, che prevede il tracciamento dei sacchetti tramite un microchip, “costruito con risorse preziose” che finiscono ancora una volta nell’immondizia. Ora “la sfida è incuriosire sempre più persone. Con Quintal stiamo cercando di coinvolgere anche gli anziani, spiegando come funziona la card o lo smartphone – racconta Gomes Da Silva – Stiamo cercando anche fondi e sostegni da altre associazioni ambientaliste. Vogliamo vivere in un mondo dove i rifiuti tornino ad essere preziosi, con cui posso pagare nuovi beni, e non facciano male al Pianeta”.

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