“Il nostro team ha esaminato la questione e ha scoperto che si è verificato un errore tecnico durante il processo di onboarding. Ci scusiamo per un errore di input nel sistema informatico e garantiamo che la retribuzione effettiva è quella pattuita”. All’indomani della maxi-protesta nella fabbrica iPhone di FoxConn per il ritardo negli stipendi e misure anti-Covid, il gigante tecnologico taiwanese si è scusato per un “errore tecnico” nei suoi sistemi di pagamento dopo che sono scoppiate violente proteste per salari e condizioni di lavoro nella sua vasta fabbrica nella Cina centrale. Se a Zhengzhou tutta l’attenzione è concentrata su quanto accaduto nell’impianto, a livello nazionale cresce la tensione per la situazione sanitaria: i nuovi casi di Covid-19 hanno toccato mercoledì i massimi assoluti su base quotidiana dallo scoppio della pandemia di inizio 2020. Secondo gli aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale le infezioni domestiche si sono attestate a quota 31.444, di cui 27.517 asintomatiche. Si tratta di numeri minimi considerando quanto accade in altri Paesi, ma rilevanti in Cina dove è ancora seguita la politica della ‘tolleranza zero’ sia pure nella versione dinamica, basata su lockdown, test di massa e quarantena. Il dato supera i quasi 30mila contagi di metà aprile, nel pieno dei focolai che bloccarono Shanghai per due mesi. E ora l’incessante spinta alla politica dello ‘zero-Covid’, sostenuta con forza del presidente Xi Jinping, ha causato stanchezza e risentimento nella popolazione a poco più di due mesi dal terzo anniversario dello scoppio della pandemia, quando il Paese è nel mezzo di una nuova ondata.

Il caso Foxconn – I disordini all’impianto di Zhengzhou hanno portato diversi dipendenti a distruggere telecamere di sorveglianza e finestre mercoledì mentre centinaia di altri lavoratori protestavano presso lo stabilimento, in inedite scene di dissenso in Cina, innescate dalla frustrazione per le stringenti anti-Covid, per i bonus non pagati e per l’accusa di mancata separazione tra i neo assunti e vecchio personale. Nei vari video postati sui social, i lavoratori hanno dichiarato di essere stati informati che Foxconn intendeva ritardare il pagamento dei bonus, mentre altri si sono anche lamentati di essere stati costretti a condividere i dormitori con i colleghi risultati positivi al Covid. “Il nostro team ha esaminato la questione e ha scoperto che si è verificato un errore tecnico”, ha affermato Foxconn nella nota, garantendo che “la paga effettiva sarebbe stata la stessa concordata nei manifesti ufficiali di reclutamento”. Le proteste più grandi si erano placate e la società stava comunicando con i dipendenti coinvolti in proteste minori, con lo scopo di risolvere i problemi e soddisfare le richieste dei lavoratori. Lo stabilimento di Zhengzhou impiega attualmente più di 200mila persone per realizzare dispositivi della Apple, inclusi gli iPhone 14 Pro e Pro Max.

Contagi da Covid – La Commissione sanitaria nazionale, oltre a segnalare un ulteriore decesso (sono 5.232 i morti dall’inizio della pandemia), ha individuato più di 9mila nuovi casi nello Guangdong, quasi 8mila nella megalopoli di Chongqing e ulteriori 1.648 casi a Pechino, dove sono in crescita le aree sottoposte a lockdown. Difficoltà anche nel Sichuan (1.285 casi), nello Xinjiang (1.109) e nell’Hebei (946), il cui capoluogo Zhengzhou ospita il mega impianto della Foxconn per l’assemblaggio degli iPhone dove continuano le tensioni anti-Covid. Diverse città tra cui Pechino, Shanghai, Guangzhou e Chongqing hanno anche inasprito le restrizioni anti-pandemiche con l’aumento dei casi. La capitale capitale cinese richiede ora un test negativo all’acido nucleico entro 48 ore per coloro che cercano di entrare in luoghi pubblici come centri commerciali, hotel ed edifici governativi, hanno affermato le autorità di Pechino. Mentre le scuole sono tutte passate in modalità online. Il centro manifatturiero di Guangzhou, dove è stato trovato quasi un terzo degli ultimi contagi, ha costruito migliaia di stanze d’ospedale temporanee per ospitare i pazienti. Una serie di nuove regole annunciate dal governo centrale all’inizio del mese sembravano segnalare un allontanamento dello ‘zero-Covid’, tra l’accordiamento dei giorni di quarantena (da 10 a 8) per chi viene dall’estero e la semplificazione del sistema di classificazione della aree ad alto rischio. Il Fmi ha indicato la via della vaccinazione di massa per uscire dall’isolamento: la Cina, però, deve ancora approvare i sieri mRNA, più efficaci per l’uso pubblico, e solo l’85% degli adulti sopra i 60 anni risulta aver ricevuto due dosi dei vaccini domestici entro la metà di agosto, secondo le autorità sanitarie. Mentre tra gli ultraottantenni la copertura è del 40% circa.

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