L’intervista al Corriere della Sera spiazza tutti: Zdenek Zeman è un tifoso della Juventus. “Sono sempre stato juventino. Da piccolo andavo a dormire con la maglia bianconera”, ha detto il boemo. Le parole dell’allenatore fanno rumore perché Zeman è stato sempre considerato come uno dei principali antagonisti dei bianconeri. Nel 1998, il tecnico rilasciò un’intervista a L’Espresso in cui denunciò il binomio calcio-farmaci. A seguito delle sue dichiarazioni, la magistratura aprì un’inchiesta che colpì tutte le squadre italiane.

Zeman, a distanza di anni, è tornato sulla vicenda: “La mia denuncia? Ma solo perché a Torino c’era un magistrato coraggioso, Guariniello. Io ho puntato il dito contro il sistema, non solo contro la Juve, che aveva molti seguaci. E il problema non erano solo i farmaci. Erano anche i passaporti falsi. Era anche il condizionamento degli arbitraggi. Era anche lo strapotere della finanza”. Sulle controversie con la dirigenza bianconera, spiega: “Le polemiche contro di loro? Con la Juve di Moggi, Giraudo e Bettega. Ma la Juventus non comincia e non finisce con loro. Era la squadra di mio zio Cestmir Vycpálek: il più grande talento del calcio cecoslovacco prima di Pavel Nedved, che portai in Italia. La differenza è che Nedved, lavoratore maniacale, voleva allenarsi pure il giorno di Natale; mio zio invece amava le gioie della vita. Era stato a Dachau, e il lager l’aveva segnato. Ma mi dicono fosse birichino anche prima”.

Zeman ha parlato poi di Franco Sensi e lo ha accusato di essere stato convinto dal sistema a mandarlo via dalla panchina della Roma. Frasi che hanno scatenato la reazione immediata della figlia dell’ex presidente dei giallorossi: “Mister Zeman, ho letto la sua intervista sul Corriere della Sera e le faccio tanti auguri per la sua biografia che certamente acquisterò. Le ho sempre voluto bene e stimata e continuerò a farlo, ma c’è un passaggio però che trovo grave è anche un po’ offensivo verso mio papà. Lui non è mai stato un uomo che si faceva convincere da nessuno e tantomeno dal ‘sistema’ nel prendere della decisioni. Le auguro il meglio”.

Belle parole, invece, rivolte da Zeman a Francesco Totti: “Il giocatore più forte che ho avuto. Pareva avesse quattro occhi, due davanti e due dietro. Gli ho visto fare cose che sorprendevano tutti, anche me dalla panchina. Un’intelligenza calcistica prodigiosa. L’ho allenato due volte, quando aveva 21 anni e quando ne aveva 36, al mio ritorno alla Roma. Mi ha sempre seguito. E non abbiamo mai litigato“.

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