Con gli occhi lucidi, ripercorrendo la sua carriera. I kart, le monoposto, le vittorie in GP3 e F2 tra 2017 e 2018, poi i tre anni in F1 con la Williams, prendendosi il podio nel GP ‘farsa’ di Spa, quello del 2021 disputato in soli tre giri, sotto al diluvio e dietro alla safety car. Poi nei primi tre posti ci è arrivato per altre sei volte quest’anno, prima che questa domenica, a Interlagos, George Russell si prendesse la prima vittoria della carriera. Se l’è meritata, l’inglese, che il suo trionfo se l’è guadagnato con la Sprint Race del sabato (indubbiamente la più bella delle tre in stagione), per poi dimostrare tutto il valore la domenica: bravo a difendersi al via e nelle due ripartenze dalla safety car.

Ferrari, secondo o terzo posto tra i costruttori? – Il suo compagno Lewis Hamilton deve cedere e forse dire definitivamente addio al record di un GP vinto in tutte le stagioni della carriera in Formula 1, sempre accaduto dal suo esordio nel 2007. E chissà che la vittoria di Russell sia una sorta di passaggio di consegne del sette volte iridato per il 24enne connazionale, anche se Hamilton ha detto più volte di voler continuare a lungo per raggiungere l’ottavo alloro iridato, che gli permetterebbe di superare Michael Schumacher. La Mercedes è cresciuta passo passo, nel corso delle gare e della seconda metà di stagione e, per gli amanti di casa Ferrari, questo non è un bene, dato che Maranello mantiene sì il secondo posto tra i costruttori dopo Interlagos, ma il distacco si è ridotto ad appena 19 punti. Ora è il momento delle riflessioni: prendersi il terzo posto e avere così più ore in galleria del vento per il 2023, considerando anche quelle che avrà in meno la Red Bull, complice la sanzione per il budget cap, oppure no?

Sainz-Leclerc, che iella… – Un peccato che il weekend di entrambi i ferraristi sia stato fatto solo di rimonte, perché il passo della Rossa era buono, ritornato dopo la gara “no” di Città del Messico. Il disastro di venerdì nelle qualifiche ha compromesso la gara a Charles Leclerc sin dall’inizio. Il monegasco ci aveva messo una pezza nella Sprint per ritrovarsi (ingiustamente) coinvolto nell’incidente al via domenica con Lando Norris. Un peccato, come la visiera finita nella posteriore destra che costa “forse” la gara a Carlos Sainz. Pimpante lo spagnolo in questo finale di campionato, che alla fine non lascia la terza posizione al compagno di scuderia. Il tutto nonostante le ingiuste richieste del monegasco, che si appella alla lotta 2° posto tra i piloti (è a pari punti con Sergio Pérez a quota 290) per ricevere un podio che meritava del tutto lo spagnolo.

Verstappen-Pérez: brutte scintille – E poi c’è la Red Bull, che fa i conti con le ennesime scintille di stagione tra Pérez e Max Verstappen, tornato umano per un GP. Sembrava di aver visto la macchina di inizio stagione, quella che ancora non dominava come dall’Ungheria in avanti. Quando incrocia Hamilton, il due volte iridato olandese vede rosso come un toro nella corrida, e ci rimette alla fine lui. Brutto anche non aver concesso il sesto posto al “Checo”, ma gli screzi col compagno di scuderia sono abbastanza noti: la scia non concessa in Francia, l’incidente volontario a Montecarlo nei minuti finali delle qualifiche, per conservare il terzo posto contro il quarto di Verstappen (il messicano poi si prese la vittoria domenica grazie al patatrac di strategia della Ferrari).

Applausi ad Alonso e Magnussen – E poi ci sono gli altri: c’è un super Fernando Alonso, quinta di rimonta, che non ha sicuramente bisogno di aggettivi. Sbaglia sabato al via della Sprint con Esteban Ocon, poi è super la domenica, levandosi la soddisfazione di precedere le due Red Bull, il compagno di squadra Ocon, l’Alfa Romeo dell’ottimo Valtteri Bottas e l’Aston Martin di Lance Stroll, vergognoso sabato nel chiudere la porta in quel modo al povero Sebastian Vettel. Applausi ad Alonso, applausi a un comunque super Kevin Magnussen: eroe il venerdì, out subito in gara per il contatto di Daniel Ricciardo da dietro. E se deve comportarsi così, allora è giusto che l’australiano si prenda un anno sabbatico.

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