Sono ben 400 i jet privati arrivati in Egitto per trasportare i delegati della Cop27, la conferenza delle Nazioni unite sulla lotta a inquinamento e cambiamento climatico. È la stima più attendibile, raccolta dall’agenzia France Press da una fonte dell’autorità aeronautica egiziana. Nei giorni scorsi sono circolate sui social stime fuorvianti, arrivate ad indicare fino a 1.500 voli. Rimane tuttavia viva la questione di merito, adottare sistemi di trasporto estremamente inquinanti per partecipare ad un consesso che si occupa di ridurre l’inquinamento. Gli aerei di linea avrebbero costituito un’alternativa percorribile, con un inquinamento pro capite elevato ma che viene comunque stimato 14 volte al di sotto dei velivoli privati. Analoghe critiche e rilievi avevano interessato anche la Cop 26 di Glasgow che si è svolta un anno fa.

Lo scorso 5 novembre, centinaia di attivisti per il clima, alcuni in bicicletta, hanno occupato un piazzale per jet privati ​​all’aeroporto Schiphol di Amsterdam, in un’azione organizzata da Greenpeace e Extinction Rebellion. Una protesta si è svolta ieri anche allo scalo di Milano Linate nella zona dedicata ai voli privati. “L’umanità ha una scelta: cooperare o perire”, ha detto il capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres nel suo intervento alla Cop 27. I jet privati sono da tempo nel mirino degli attivisti e non solo. Il ministro dei Trasporti francese Clément Beaune ha chiesto l’introduzione di limiti all’utilizzo di questi sistemi di trasporti e proposte analoghe si stanno facendo strada anche in altri paesi, Italia inclusa.

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