Un paese dalla tradizione ben definita e antichissima, che si è aperto di recente al turismo internazionale pur rimanendo consapevole delle sue radici. Il ricco patrimonio e le tradizioni dell’Arabia Saudita sono stati plasmati dalla sua posizione di storico centro commerciale e di crocevia tra Asia, Africa ed Europa. Oggi ci sono più di 11.000 siti archeologici in tutto il paese, che raccontano la storia delle civiltà vissute qui nel corso degli anni.

Oggi vi vogliamo condurre lungo un itinerario firmato da Turisanda che dal vivace centro cosmopolita di Jeddah porta a Medina, la destinazione più sacra dell’islamismo, quindi ad AlUla, patrimonio dell’UNESCO e, infine, a Riyadh, capolavoro dell’Arabia Saudita moderna.

Il motto non ufficiale di Jeddah è «Jeddah ghair», o «Jeddah è diversa». Nel corso degli anni, nessuna città saudita è stata più aperta alle influenze esterne di questo antico porto, attraversato da mercanti, artisti internazionali e pellegrini diretti alla Mecca. Il suo centro storico, Al Balad, è uno dei quartieri più suggestivi del paese, con stretti vicoli che si snodano tra antiche case di mercanti, suq profumati di spezie e panetterie tradizionali. Camminate col naso all’insù e ammirate i balconi d’epoca con le loro decorazioni, i vialetti in pietra e gli antichi marciapiedi: un vero e proprio museo a cielo aperto dove spiccano le autentiche case Hijazi, le cui facciate esterne sono ancora oggi molto ben conservate.

Ci trasferiamo poi a Medina, una destinazione chiave per milioni di pellegrini che ruota intorno all’Al Masjid an Nabawi, conosciuta anche come la Moschea del Profeta. Secondo la tradizione, le preghiere qui pronunciate non vengono mai respinte. Al di là dei siti sacri, la provincia di Medina offre panorami mozzafiato e un’architettura peculiare. Imperdibile la visita del Dar Almandinah Museum, alla storica coltivazione di Alyla, a sud di Medina, conosciuta per la produzione di una grande varietà di prelibati datteri.

Proseguiamo per AlUla, la prima città nonché il primo sito archeologico dell’Arabia Saudita a entrare nel novero dei patrimoni dell’Umanità UNESCO. Un contesto unico, circondato dalle mille sfumature ocra di uno dei deserti più grandi al mondo. Questa località è, a conti fatti, la più meridionale mai fondata dal popolo nabateo, che prosperò indicativamente tra il VI secolo a.C. e il II secolo d.C., con l’annessione del territorio all’Impero Romano da parte dell’imperatore Traiano.

Visitare AlUla oggi è un vero e proprio viaggio nel tempo, tra vestigia di templi che emergono dalle dune desertiche e percorsi che toccano piccoli sprazzi di verde, oasi magnifiche e anche ristoranti di fama internazionale. La civiltà nabatea ha lasciato 111 tombe immacolatamente conservate scavate nelle rocce di arenaria di Hegra. La cosa incredibile è che avremo la sensazione di vivere questa esperienza da soli. A dispetto della sua magnificenza, infatti, AlUla rimane in gran parte fuori dal radar del turismo globale, e questo ci darà spazio e tempo per riflettere sulla monumentalità dei suoi splendidi paesaggi desertici.

Il viewpoint di Harrat, situato nella parte culminante dell’Harrat Uwayrid, è un balcone panoramico che domina l’intera zona di AlUla, aperto tutti i giorni dalle 17.30 a mezzanotte e accessibile gratuitamente. Molto fresco dopo il tramonto, è anche il posto perfetto per ammirare come questa oasi di civilizzazione e cultura nel deserto si illumina, disegnando delle serpentine di luce calda tra spazi verdi, rocce alte centinaia di metri e insediamenti moderni.

Da qui godremo di una vista privilegiata sul sito di Dadan, noto soprattutto per le sue tombe scavate nella pietra, dei loculi rettangolari tagliati alla perfezione che, a uno sguardo più attento, rivelano monumenti funerari sapientemente realizzati, tra cui spiccano le sculture di leoni seduti che contraddistinguono le famose Tombe dei Leoni. Queste tombe svettano fino a 50 metri sopra il livello del suolo, il che stimola l’immaginazione su come siano state scolpite senza le moderne attrezzature di costruzione.

Quello che però stupisce di più, soprattutto perché è centrale rispetto ai piani del “turismo nuovo” dell’Arabia Saudita, è il centro polifunzionale di Maraya. Un’impresa di ingegneria moderna progettata dagli architetti italiani dello studio Giò Forma, poi entrata nel Guinness World Records come la più grande struttura a specchio del mondo. La struttura si fonde perfettamente con l’ambiente circostante e mira a diventare punto di riferimento per la cultura, il commercio e gli eventi, accogliendo iniziative musicali, conferenze globali e fiere innovative. Il teatro è alto 26 metri e ospita 550 persone che, di fronte a loro, hanno una gigantesca finestra retrattile di 800 metri quadri che offre un affaccio sulla natura circostante, creando un perfetto connubio tra intrattenimento e ambiente. Tra le attività proposte troveremo le degustazioni guidate dal celebre chef tre stelle Michelin Jason Atherton, i ponti sospesi e la Via Ferrata che ricorda una scalata nel cuore delle Dolomiti, festival culturali e musicali tra grotte e rovine e installazioni luminose.

A questo punto non ci resta che volare alla volta di Riyadh, famosa per i grattacieli scintillanti e i paesaggi notturni. Sarà la base per visitare Diriyah, antica via di commercio e di pellegrinaggio nonché punto d’incontro per le persone che viaggiavano da o verso l’Asia, l’Africa o l’Europa. Il suo centro storico è il sito di At-Turaif, sede originaria del potere della famiglia saudita degli Al Saud e famoso per la sua tradizionale architettura in mattoni di fango che ci farà sentire come dei viaggiatori nel tempo all’epoca del primo Stato saudita. Lungo la strada, tenete gli occhi aperti per ammirare le elaborate porte dipinte a mano nel tradizionale stile Najdi.

È tempo di tornare a casa, al termine di un itinerario unico alla scoperta di una delle ultime destinazioni inesplorate al mondo. Un viaggio firmato Turisanda fatto di incontri con le popolazioni locali, cultura e spiritualità, per scoprire che i luoghi non sono fatti solo per essere visti, ma anche vissuti.

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