Mentre in Italia la presidente del Consiglio si presentava in Aula alla Camera per il voto di fiducia, il senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi, era impegnato in Arabia Saudita. Ospite a Riad del summit dell’organizzazione Future Investment Initiative Institute, gestita dal Public Investment Fund, il principale fondo sovrano saudita, di cui è membro, l’ex presidente del Consiglio ha intervistato Jared Kushner, genero dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e negoziatore degli accordi di Abramo, firmati nel 2020 per normalizzare le relazioni tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti. Tra le altre cose il senatore di Azione-Italia Viva ha anche parlato di “problemi di democrazia” ma non si è riferito al Paese che lo stava ospitando, l’Arabia Saudita, il cui Stato è retto da una monarchia assoluta, ma all’Europa. Più tardi Renzi non ha potuto fare a meno di citare il suo referendum perso nemmeno a Riad, peraltro accostandolo a Brexit, senza dilungarsi a spiegare cos’è un referendum in un Paese in cui, com’è noto, non si è mai votato ad eccezione delle consultazioni amministrative.

Ecco il testo tradotto in italiano delle tre domande – scandite in “stile Leopolda”, cioè con dei mini-monologhi – le tre domande rivolte dal senatore fiorentino a Kushner, genero di Trump e suo ex consigliere alla Casa Bianca, in particolare per la politica in Medio Oriente.

1 – Guardiamo cosa accade oggi nella mappa geopolitica. Ho iniziato parlando del Regno Unito solo per scherzare sui nostri amici britannici, ma abbiamo un problema in tutti i Paesi europei (riferendosi a una battuta sulla breve durata dell’esecutivo guidato da Liz Truss, ndr). Abbiamo un problema dal Giappone al Sudest, abbiamo diverse tensioni per la guerra, abbiamo un problema di demografia in Europa non solo di democrazia. La nostra idea è di discutere come questa situazione di tensione globale, possa dare nuove chance a questo posto (l’Arabia? ndr.) e per questo volevo rendere omaggio a Jared per il lavoro nella costruzione della Pace di Abramo (gli accordi di Abramo, ndr) che credo sia un pilastro per i Paesi occidentali per i prossimi decenni. Jared, cosa ne pensi di questa “mappa delle crisi“, che tipo di ruolo immagini per questa parte di mondo?

2 – Quando con l’Istituto abbiamo deciso il nome “investire nell’umanità”, abbiamo pensato esattamente a cosa ci fosse bisogno oggi nel mondo, in particolare in quello politico. Viviamo in un mondo pieno di sfide interessanti, robotica, nuove tecnologie, intelligenza artificiale. Abbiamo grandi sfide, ma investire in umanità vuol dire tornare ad essere leader, e non solo follower, questo è un problema oggi per molte organizzazioni, in particolare per il ruolo dei social media, rischiamo di essere “focalizzati” nel giorno per giorno e di non pensare alle generazioni future, ma al prossimo post che dobbiamo pubblicare su Instagram o al prossimo tweet e rischiamo di creare una generazione senza visione profonda. Per questo credo che investire nella Pace di Abramo sia stata una delle decisioni più importanti perché dà l’idea di un investimento generazionale. Gli eventi dell’ultimo mese mostrano un cambiamento radicale nella politica militare e di difesa, mi riferisco a quanto accade tra Russia e Ucraina. Pensando a una vecchia intervista di Macron (uno dei migliori leader oggi in Europa), tre anni fa il presidente usava un’espressione per descrivere la Nato, “la Nato è in morte cerebrale”. Paradossalmente Putin ha dato “nuova vita” alla Nato, è un vero paradosso pensare che Putin dia una “nuova vita” alla Nato, è strano. Ma pensi che la Pace di Abramo nei prossimi anni possa portare a un nuovo passo in difesa e sicurezza tra i Paesi firmatari? Credi ci sia bisogno di una “Nato” del Medio Oriente?

3 – Penso che tutti quelli che hanno visitato Riad qualche anno fa abbiano visto quanto è profondo il cambiamento in questo Paese, un processo di trasformazione molto eccitante, e questo è molto importante per gli obiettivi della visione 2030, lanciata dal principe (Mohammed bin Salman) ma anche per l’energia che possiamo avere a ogni visita a Riad e in questo Paese, in ogni singolo progetto. Ma dobbiamo anche controllare i diversi “stili” in giro per il mondo, la Cina, 800 milioni di persone sono uscite dalla povertà lo scorso anno, un gran numero di Paesi nel sudest sono cresciuti velocemente, abbiamo grandi possibilità con l’Africa… Possiamo parlare di tutto ma abbiamo due problemi, il primo è l’Europa, il secondo sono gli StatiUniti. Ultima domanda: sicuramente io credo molto nell’Europa, ho un’idea differente sulla Brexit, penso sia stata un errore e penso che nei prossimi anni qualcuno in RegnoUnito cercherà di tornare indietro, anche perché il referendumscozzese può creare un caso, ma sono un sognatore e spero negli StatiUniti europei, forse sono solo, ma ci credo. (rivolto al pubblico, ndr) Non posso aprire un referendum perché la scorsa volta l’ho fatto e ho perso il mio lavoro, quindi odio i referendum. L’Unione europea è un gran continente ed è un gran problema oggi perché non abbiamo l’energia che percepiamo in giro per il mondo, ma abbiamo anche un forte pilastro, l’alleanza con gli Usa, e oggi vediamo un’America molto divisa, Stati divisi d’America, polarizzati Stati d’America. Indipendentemente dalle elezioni di Midterm e dalle prossime elezioni, (ora Jared è un uomo d’affari non un politico), cosa ti aspetti dai prossimi 10 anni per ridurre la polarizzazione degli Stati Uniti e per avere un’America di nuovo leader del mondo?

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