All’indomani delle proteste per il decreto legge contro i rave party e delle possibili applicazioni allargare della norma, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha spiegato la ratio del provvedimento e confermato la sua linea d’intervento in un’intervista al Corriere della sera: “Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali. Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento” ha detto il responsabile del Viminale, secondo cui l’obiettivo della norma sui rave party è “allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei anche ai fini di dissuadere l’organizzazione di tali eventi che mettono in pericolo soprattutto gli stessi partecipanti“.

In tal senso, Piantedosi ha tenuto a ricordare “che a Modena si ballava in un capannone pericolante e si rischiava una strage. Finiscono per tenere in scacco intere zone, pregiudicando attività commerciali e viabilità. In ogni caso la conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social – ha aggiunto – In quella sede ogni proposta sarà esaminata dal governo”. Quando gli si fa notare che la manifestazione di Predappio non è stata fermata, il ministro ha replicato che “si tratta di una manifestazione, una pagliacciata, che deploro nella maniera più assoluta. Si svolge da anni, senza incidenti e sotto il controllo delle Forze di polizia” e “posso assicurare” che “segnaleranno all’autorità giudiziaria tutti gli eventuali comportamenti in violazione delle disposizioni vigenti”. Per quanto riguarda i disordini alla Sapienza, Piantedosi ha sottolineato che “le forze di polizia sono intervenute per evitare il contatto rischioso tra gli organizzatori del convegno e i manifestanti”. Mentre intervenire allo stadio di Milano, quando gli ultras hanno sgomberato la curva, avrebbe potuto creare pericolo. Piantedosi ha risposto poi sulle ong e l’immigrazione: “Abbiamo agito sin da subito per dare un segnale immediato agli Stati di bandiera: non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare da navi straniere che operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità. Al momento questi eventi rappresentano il 16% delle persone sbarcate in Italia”.

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