Bagarre nella trasmissione “L’aria che tira” sul caso di Galeazzo Bignami, il nuovo viceministro alle Infrastrutture che nel 2008 fu immortalato al suo addio al celibato in un travestimento da soldato delle SS. Nel 2019, quando era già deputato di Fratelli d’Italia, Bignami balzò agli onori delle cronache per un blitz che insieme al consigliere comunale meloniano Marco Lisei fece tra i palazzi Acer della Bolognina, a Bologna, palesando in un video nomi e cognomi dei residenti al fine di dimostrare che fossero tutti stranieri.
Il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, difende appassionatamente il politico: “Rivince la buona politica. Mi riferisco alla nomina di Delmastro Delle Vedove, di Augusta Montaruli, di Galeazzo Bignami”.
La giornalista del Corriere della Sera, Maria Teresa Meli, insorge, ricordando che quella foto risaliva a quando Bignami aveva 30 anni e non 15 anni.
Galeazzo Bignami è una delle persone più intelligenti che esistano“, ribatte Donzelli, guadagnandosi anche lo sfottò di Pietro Senaldi di Libero.

Donzelli continua la sua difesa: “Io lo conosco bene, voi invece siete abituati a dare sentenze. La sua storia è inattaccabile. Al suo addio al celibato gli amici lo hanno vestito forzatamente da nazista come si fa in queste occasioni e gli hanno fatto una foto in una situazione goliardica di cui poi lui ha detto che si è vergognato”.
“Non mi sembra che sia stato costretto – ribatte Meli – nella foto ha un bel sorriso”.
“Ma era un addio al celibato, pietà – replica Donzelli – Io vorrei vedere le foto di tutte le persone in un addio al celibato in Italia. Io una volta a Carnevale mi sono vestito da Minnie? Vuol dire che sono Minnie? No. Non sono neppure fluido, ma ciascuno si veste a Carnevale come vuole, per ridere e per scherzare“.
Certo, la svastica fa tanto ridere“, commenta Meli.
“È tutto strumentale – accusa Donzelli – A sinistra avete fatto eroe un intellettuale che in gioventù ha ammazzato il commissario Calabresi. Se invece uno si è vestito con la svastica, è diverso. Ma finitela. Mi riferisco ad Adriano Sofri. Ne avete fatto un ideologo della sinistra, perché in gioventù poteva anche aver sbagliato. Bignami si è messo una volta la svastica e non si perdona. Pietà”.

Myrta Merlino spiega che Adriano Sofri, sempre proclamatosi innocente, è stato condannato a 22 anni per essere stato il mandante morale dell’uccisione del commissario Calabresi.
Tommaso Cerno, interpellato dalla conduttrice, non ci sta: “Donzelli, adesso governate. Non si può pensare di liquidare la questione di Sofri e di Calabresi in questo modo. È una delle storie, anche processualmente, più controverse d’Italia. Non si può dire una frase così. Non si può paragonare Sofri a Hitler, come hai fatto tu. Non c’entra proprio niente la storia di Sofri e del commissario Calabresi col nazismo. Ma ormai si possono dire scemenze gigantesche, a meno che non facciate un decreto contro le idiozie“.
Donzelli interrompe ripetutamente Cerno, che sbotta: “Non capisco perché se uno fa una domanda a me, deve rispondere Donzelli. C’è già anche un decreto sulle domande? Devi rispondere tu alle domande fatte a me? È stato tirato fuori Sofri perché parlavamo di un signore vestito da nazista. Ma stiamo scherzando? Tra l’altro, Hitler si suicidò il giorno dopo aver sposato Eva Braun, quindi vestirsi così alla vigilia di un matrimonio porta sfortuna”.

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