“Bisogna avere il coraggio di dire che nonostante lunghissimi iter processuali, la verità non si è ancora affermata”. Così nel 2018 la neo sottosegretaria all’Istruzione del governo Meloni, Paola Frassinetti, inizia il suo intervento alla Camera in occasione del 38esimo anniversario della Strage di Bologna. Allora Frassinetti è semplice deputata di Fratelli d’Italia. In Aula accusa la magistratura, nega la matrice neofascista della strage e rilancia la pista del terrorismo palestinese, scatenando le proteste dell’opposizione. “I veri colpevoli non sono ancora stati condannati. Bisogna avere il coraggio di dire che i giudici a Bologna sono sempre stati prigionieri di logiche ideologiche-giudiziarie con lo scopo non di cercare la verità ma di riuscire a tutti i costi ad arrivare alla conclusione che la matrice fosse nera per ragion di Stato”. Frassinetti, da sempre vicini ad ambienti neofascisti, l’anno dopo ci riprova. Insieme al collega Mollicone, presenta una proposta di legge per istituire una commissione bicamerale d’inchiesta sulle connessioni del terrorismo interno e internazionale con la bomba alla stazione e le relative attività dei servizi segreti italiani ed esteri. E chiede di indagare sull’ipotesi della matrice palestinese, già archiviata nel 2015. Per la bomba alla stazione di Bologna sono stati condannati gli ex Nar Fioravanti, Mambro e Ciavardini

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