“L’affidamento della fornitura riveste carattere d’urgenza”. La dichiarazione riguarda l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale da affidare agli operai del settore antincendio in Sicilia. Spesso conosciuti semplicemente come forestali – con il rischio d’innescare confusione con i militari dell’omonimo corpo di cui è dotata la Regione –, si tratta dei lavoratori stagionali impegnati nelle attività spegnimento dei roghi che ogni estate colpiscono l’isola. La decisione di avviare la gara per dotarsi di giacche, salopette, stivali, guanti, caschi e poi ancora maschere antifumo e cinturoni ignifughi potrebbe far pensare a un’inversione di tendenza sul piano organizzativo, dopo le critiche rivolte in passato ai governi regionali – compreso l’uscente guidato dal neo-ministro per il Sud Nello Musumeci – per l’incapacità di contrastare un fenomeno tanto prevedibile quanto ancora oggi capace di distruggere migliaia di ettari di boschi. Le cose, però, stanno diversamente: l’appalto, per un valore che supera il milione di euro, riguarda formalmente la campagna antincendio 2022. La stessa che si sarebbe conclusa due settimane fa, almeno sulla carta dato che gli incendi – complici le temperature ancora quasi estive – non sono finiti, come dimostra la tragedia di Linguaglossa (Catania) dove è precipitato un canadair, causando la morte delle persone a bordo.

“Si tratta di equipaggiamenti che andranno a rimpolpare i nostri depositi. Sono prodotti che hanno scadenze di diversi anni”, è la replica che arriva da un funzionario dell’assessorato al Territorio. Sfogliando il decreto di indizione, emerge che a fine luglio il dipartimento del Corpo forestale ha chiesto alla Centrale unica di committenza – la stessa tornata al centro dell’attenzione per il secondo filone dell’inchiesta sulla corruzione negli appalti della sanità siciliana – la disponibilità a gestire la procedura. La risposta, positiva, è arrivata subito dopo Ferragosto e da lì ci sono voluti circa due mesi per la preparazione degli atti necessari alla pubblicazione della gara. Tuttavia risale a inizio febbraio la nomina del responsabile unico del procedimento. “Nessun ritardo particolare, gli stagionali hanno potuto operare comunque in sicurezza”, chiosano dall’assessorato.

Non tutti, però, la pensano così. “Quest’estate al momento di entrare in possesso dell’equipaggiamento un operaio si è accorto di avere ricevuto degli scarponi scollati, evidentemente non in condizioni di dare sufficienti garanzie di sicurezza. Purtroppo non è una cosa che capita di rado”, commenta uno dei funzionari con più esperienza chiedendo di rimanere anonimo, riferendosi alla storia di un operaio dell’Agrigentino che, però, non sarebbe un caso isolato.

A concordare sul punto è anche Tonino Russo, sindacalista della Flai Cgil. “Dire che non ci siano problemi con i dispositivi di protezione individuali significa raccontare descrivere un contesto che non corrisponde a quello reale – commenta Russo – Gli operai ormai da anni operano in condizioni difficili e questo, considerate le mansioni che svolgono, mette a rischio la loro incolumità ma incide anche nei risultati”.

Quello della gara per l’equipaggiamento degli operai non è il primo caso di ritardi che si registrano nel settore dell’antincendio regionale. Un esempio è rappresentato dalla procedura per acquistare un centinaio di autocarri e una ventina di autobotti per ammodernare il parco mezzi che in passato più di una volta ha dimostrato di essere vetusto. La gara da 25 milioni di euro è stata aggiudicata a luglio scorso, dopo oltre due anni dal primo tentativo di aggiudicarla. Un arco di tempo in cui si sono registrati annullamenti dei bandi in autotutela, anche per vicende un po’ imbarazzanti come quando il file del capitolato d’appalto risultava essere stato creato da una delle imprese specializzate nella fornitura di mezzi, e ricorsi alla giustizia amministrativa.

La speranza è che per la prossima primavera il personale antincendio possa usufruire i equipaggiamenti e autobotti nuovi. “È il nostro auspicio ma non bisogna dimenticare la principale criticità, ovvero la mancanza di una riforma del settore che negli ultimi cinque anni di legislatura è stata più volta data per pronta, ma che non è mai stata presentata – continua Tonino Russo della Flai Cgil –. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché l’età media del personale cresce sempre più, nonostante si tratti di lavori che richiedono anche prestanza fisica. Speriamo che il nuovo governo decida davvero di affrontare il tema”. Al momento non si hanno notizie degli assessori che saranno nominati dal neopresidente della Regione Renato Schifani. “Ci sarà di certo una lottizzazione tra le forze di maggioranze ma speriamo – conclude il sindacalista – che la scelta venga fatta anche tenendo conto delle competenze”.

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