“I costi delle bollette sono diventati insostenibili per milioni di famiglie e per molte imprese, giunte ormai a drammatiche decisioni come chiudere o licenziare i propri lavoratori. Il governo è al lavoro per rafforzare le misure nazionali a sostegno di cittadini e attività” per “far fronte a questa difficile situazione”. Giorgia Meloni, che sabato era rimasta in silenzio mentre il suo vicepremier Matteo Salvini si prendeva la scena con le uscite su reddito di cittadinanza, ponte sullo stretto e guerra in Ucraina, riporta al centro dell’agenda le urgenze del “paese reale”. E sui social pubblica un intervento in cui garantisce che la “priorità” del governo non sono rave party, decreti sicurezza o circolari su come vada chiamata la premier ma “mettere un argine al caro energia e alla speculazione, accelerare in ogni modo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale. Gli italiani chiedono risposte immediate e noi gliele daremo. Non c’è più tempo da perdere“.

Non si sa un nuovo decreto bollette sia in agenda già per lunedì, quando si riunirà il secondo consiglio dei ministri del nuovo governo. All’ordine del giorno c’è sicuramente il completamento della squadra di governo con i sottosegretari e i viceministri, misure per superare le attuali norme sull’ergastolo ostativo e il rinvio di due mesi dell’entrata in vigore del maxi-decreto delegato di riforma penale varato dall’ex ministra Marta Cartabia. In settimana dovrebbe poi essere approvata la Nadef programmatica, dopo che il governo Draghi ha presentato solo le stime ‘tendenziali’ che non tengono conto delle misure che saranno adottate con la legge di Bilancio. Una sorpresa potrebbe arrivare dai nuovi dati del Pil attesi lunedì mattina dall’Istat. Sono i primi relativi alla crescita economica nel terzo trimestre dell’anno. Fino a pochi giorni fa l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che valida le stime del governo, aveva ipotizzato un calo di 0,2 punti. Ora il ‘consensus’ stilato dagli analisti vedrebbe invece una crescita piatta rispetto al trimestre precedente, che aveva segnato un balzo dell’1,1% del Pil. Una maggiore crescita avrebbe un trascinamento anche sul 2023, con impatto positivo sui conti, ad esempio per il maggior gettito.

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