“Per la prima volta dimostriamo che gli ovociti vitrificati e crioconservati hanno un elevato potenziale riproduttivo”. Sono le parole della responsabile della struttura di Infertilità e procreazione medicalmente assistita del policlinico Sant’Orsola di Bologna, Eleonora Porcu, sulla storia di Giovanna, donna di 41 anni che dopo un tumore al seno è incinta di due bambini. Gli ovociti sono stati criocongelati e vitrificati 14 anni fa, donati gratuitamente e impiantati con esito positivo. “È un caso particolare che per noi è sinonimo di progresso, successo e speranza”, ha sottolineato la dottoressa.

Durante il convegno internazionale 35 Years of Oocyte Cryopreservation è stato spiegato che la storia di Giovanna può essere di speranza per le pazienti oncologiche: “Possono contare su una banca di ovociti forti e tenaci e su un protocollo efficace: quindi hanno speranza di rimanere incinte al termine delle cure, a prescindere dall’età”, ha argomentato Porcu, che ha aggiunto: “In questo modo “sarà possibile includere e supportare più donne in questo percorso”. Nello specifico la procedura seguita ha fatto affidamento su “azoto liquido a una temperatura di -196 gradi”, in grado di mantenere “gli ovociti intatti e fertili al lungo”. Al Sant’Orsola di Bologna sono stati realizzati 4.000 cicli di congelamento di ovociti, oltre 3.600 cicli di scongelamento e si è ottenuta la nascita di più di 500 bambini. Una donna su tre è riuscita a rimanere incinta negli ultimi 25 anni con il supporto del policlinico.

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