Si starebbe delineando un compromesso in seno al governo tedesco per la partecipazione della Cosco China Shipping Ports nella società di logistica portuale di Amburgo Hhla responsabile della gestione del terminal dei container Tollerort. Anziché il 35%, come inizialmente previsto, la cinese Cosco potrebbe acquisire solo il 24,9% e con una partecipazione di minoranza non sarebbe formalmente in grado di controllare l’amministrazione del terminal. È però ancora incerto se il tema sarà affatto discusso dal governo tedesco nel Consiglio dei ministri di mercoledì. In difetto i ministeri fin qui contrari potrebbero rinunciare alle loro riserve per iscritto. Senza una decisione collegiale entro fine mese, vigerà invece il principio del silenzio-assenso, e Cosco potrà subentrare con il 35%.

Sei ministeri ed anche i servizi segreti tedeschi hanno espresso un parere assolutamente negativo sull’ipotesi di una partecipazione cinese nell’infrastruttura. Due dei dicasteri in mano ai Verdi, quello dell’Economia e degli Esteri, hanno ribadito ancora ieri di essere contrari anche ad una partecipazione cinese di minoranza. Critiche trasversali provengono da tutti i gruppi parlamentari e sulla piattaforma change.org è stata avviata una raccolta di firme contro l’ingresso cinese nella Hamburger Hafen und Logistik AG. Le opposizioni più forti provengono dalle fila dei Verdi e della Fdp. Il capo della commissione per gli affari europei del Bundestag, il Verde Anton Hofreiter ha affermato stamane: “Vediamo come la Cina ha già acquisito influenza nel porto greco del Pireo che ha comprato interamente”.

Le preoccupazioni apparirebbero fondate pensando all’influsso che potrebbe ad esempio esercitare Pechino nel ritardare sistematicamente il disbrigo delle procedure per i cargo di Taiwan. Per il capo dei Verdi Omid Nouripour “dovrebbe essere ovvio che un accordo di questo tipo dev’essere impedito”. Anche il segretario generale della Fdp Bijan Djir-Sarai ha detto apertamente “la Cina è un partner importante, ma è anche un avversario sistemico ed una partecipazione di una società statale cinese equivarrebbe a dare accesso ad informazioni sensibili e potrebbe influenzare le politiche commerciali”. Gli ha fatto eco il vicecapo del suo partito Johannes Vogel dalla Wirtschaftswoche: “Dobbiamo capire che nel caso della Cina abbiamo a che fare con un sistema che in questioni fondamentali funziona diversamente da noi. Non ci devono essere ingenuità o debolezze”, suggerendo una strategia europea comune per i porti.

La presidente della commissione difesa Agnes Strack-Zimmermann (Fdp) ha infine definito l’idea del compromesso un errore foriero di conseguenze, e con verve ha celiato “una schiena flessibile pertiene il balletto di Amburgo, non sul porto della città”. L’amministrazione della città anseatica insiste invece che l’ingresso cinese non interesserebbe che il terminal per container più piccolo dello scalo, che ne ha altri tre (oltre ad un terminal universale idoneo anche per trasbordi di collettame da veicoli) e prometterebbe di recuperare il terreno perduto rispetto ai grossi concorrenti di Rotterdam ed Anversa. Appoggia l’affare, in dissonanza con altri compagni del suo partito, anche il popolare governatore dello Schleswig-Holstein Daniel Günther (Cdu). Cosco è la quarta maggiore società armatrice al mondo e da quarant’anni le sue navi scaricano e caricano già nel porto di Amburgo, una partecipazione cinese ne farebbe un punto di movimentazione merci tra i preferiti in Europa. Il Cancelliere Olaf Scholz ha in programma la settimana prossima una visita con un’intera delegazione economica in Cina e venerdì durante il vertice europeo ha respinto le critiche dei partner alla possibile partecipazione cinese nel porto della città anseatica. Un investimento importante al progetto della via della seta imbastito da Pechino, che lo ha concordato con la Hhla fin dal settembre 2021.

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