L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Autostrade per l’Italia per abuso di posizione dominante. Secondo l’Autorità la società, tramite Aiscat (associazione italiana delle società concessionarie) , avrebbe attuato comportamenti per escludere e/o ostacolare l’ingresso di UnipolMove nel mercato del telepedaggio. L’istruttoria nasce da una denuncia di UnipolTech, ideatore del nuovo dispositivo di telepedaggio UnipolMove. Dagli elementi agli atti risulterebbe che “Autostrade per l’Italia, attraverso il proprio ruolo decisionale predominante in sede associativa, si sia adoperata per mantenere in essere la storica chiusura del sistema nazionale del telepedaggio.

Allo stesso tempo, Autostrade per l’Italia attraverso Aiscat, sembrerebbe avere tentato di “dirottare” gli operatori nuovi entranti verso il Sistema europeo di telepedaggio (SET) e il Sistema interoperabile del Telepedaggio per mezzi pesanti (Sit-Mp), più onerosi del sistema nazionale dal punto di vista dei requisiti richiesti per l’accreditamento e della relativa procedura, nonché delle condizioni applicate (discriminatorie rispetto a quelle applicate a Telepass per il sistema nazionale), sia sotto il profilo contrattuale, sia sotto il profilo relativo alla possibilità di accordare alla clientela sconti, sia ancora sotto il profilo del trattamento dei cosiddetti errati transiti, cioè l’addebito all’utenza del pedaggio per un transito nonostante la mancata rilevazione del veicolo in entrata”.

Inoltre, si legge nel comunicato dell’Antitrust, “Autostrade per l’Italia avrebbe attuato ulteriori impedimenti e ritardi allo sviluppo del Set attraverso lo strumento associativo, in relazione all’adeguamento al Set di tutti i varchi autostradali e della relativa cartellonistica (ancora oggi non completamente implementati). L’inizio dell’abuso risalirebbe almeno a gennaio 2019, quando UnipolTech ha presentato una formale richiesta di accreditamento per svolgere il servizio di telepedaggio. All’epoca Aspi era di proprietà di Atlantia, la holding della famiglia Benetton, che ne deteneva l’88%. La quota è stata poi venduta a Cassa depositi e presti e ai fondi Blackstone e Macquaire per 8,2 miliardi di euro. Oggi i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi di Aiscat, di Autostrade per l’Italia S.p.A. e di alcune società non parti del procedimento con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

Autostrade per l’Italia (Aspi) ha “agito con la massima trasparenza e senza preclusioni verso gli altri operatori”, scrive la società in una nota. Aspi “ricorda di essere stata il primo concessionario autostradale a sottoscrivere un contratto con operatore di telepedaggio europeo già nel 2019. Aspi ha messo a disposizione ogni informazione utile sull’argomento, con spirito di collaborazione e di fiducia nei confronti dell’Autorità”.

“Qualsiasi istruttoria dell’Antitrust tesa ad accertare limiti alla concorrenza e posizioni dominanti va nella direzione di tutelare i consumatori, e in tal senso esprimiamo soddisfazione per l’indagine aperta dall’Autorità”, scrive Assoutenti in una nota. “Si faccia subito chiarezza. Auspichiamo che il procedimento si chiuda in fretta perché è evidente che ci sarebbe un danno per i consumatori finali se fosse accertato che i nuovi operatori sono stati dirottati verso sistemi più onerosi dal punto di vista delle condizioni applicate rispetto alla possibilità di accordare alla clientela sconti e al trattamento degli errati transiti, ossia quando si addebita all’utenza un pedaggio per un transito nonostante la mancata rilevazione del veicolo in entrata”, lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

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