Irreperibile in Italia il pr turco di 41 anni denunciato il 17 settembre scorso alla procura di Milano da una modella 22enne italo-brasiliana per violenza sessuale, maltrattamenti, lesioni, minacce, stalking, estorsione e violenza privata. L’uomo è stato teste per l la difesa di Alberto Genovese nel processo in cui l’imprenditore web, un mese fa, è stato condannato a 8 anni e 4 mesi nel processo con il rito abbreviato. La notizia è riportata da Il Messaggero. Il 41enne, accusato dalla giovane di averla schiavizzata, avrebbe una doppia identità ed è ricercato dal suo Paese con un mandato di cattura internazionale. Un’altra modella, di origini russe, riporta ancora Il Messaggero, ha pubblicato un post sui social in cui denuncia di essere stata vittima dell’uomo. Il pr potrebbe essersi trasferito a Dubai o in Sudafrica. L’avvocato Alexandro Maria Tirelli, legale della vittima, ha spiegato al quotidiano: “Se è vero che è fuggito dal territorio nazionale, si deve per certo registrare un grave ritardo nell’esecuzione degli accertamenti investigativi, duro a digerirsi”.

La giovane nella sua denuncia alla procura di Milano ha sostenuto di essere stata drogata (“Ho una lesione al naso, per la cocaina”), di essere stata ricattata (“Mi ha convinto a filmare i nostri rapporti sessuali: ha minacciato di inviare i video alla mia famiglia”) e di essere stata obbligata a prostituirsi (“Ho avuto rapporti sessuali con altri uomini, in sua presenza: mi ha obbligato a prostituirmi. Ha organizzato feste a base di droga e sesso”). Per ogni circostanza la giovane ha dichiarato di essere disposta “a indicare i nomi di ogni persona coinvolta”. Il pr si sarebbe dimostrato gentile e avrebbe offerto ospitalità, le ha offerto droga. Quindi sarebbe nata una relazione: “Dopo pochissimo tempo, sono diventata completamente dipendente da lui. Si tratta di una persona ossessionata dal sesso. Io ero disposta a tutto. Lo assecondavo in ogni richiesta anche quando mi convinceva a compiere atti che mai avrei pensato di fare…”. Quindi il ricatto, l’accusa di essere in difficoltà economica nonostante feste a base di droga anche in località molto costose.

La 22enne ha lasciato l’Italia: “So che altre donne lo hanno denunciato per violenze… Non riesco a dormire, vivo nel terrore. La somministrazione di benzedrina era quasi quotidiana. Così come della droga. La droga mi ha persino impedito di rendermi conto di cosa capitava. Quel problema al naso, per la cocaina, non ho il coraggio di farlo vedere – dice la ragazza -. È riuscito a ottenere il mio nuovo numero. Mi invia dei messaggi: ogni messaggio mi genera angoscia. I soldi dei rapporti sessuali con altri uomini, li ho sempre consegnati a lui: si tratta di 15mila euro. Ha detto che rimango di sua proprietà e che, se mi uccidesse, la sua vita acquisterebbe un senso”.

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