Il caro prezzi riduce il potere di acquisto delle famiglie, che cambiano abitudini e consumi. E in sempre più casi fanno la spesa nei discount alimentari. Gli ultimi dati, elaborati da Nielsen like4like per Fida Confcommercio e Federdistribuzione mostrano un balzo di oltre il 10% del fatturato a settembre. Un dato che per Donatella Prampolini di Fida indica una ‘cannibalizzazione dei canali dei super e ipermercati’, mentre secondo Federdistribuzione è in linea con un trend di crescita in evidenza già da tempo. Di sicuro c’è che il discount è l’unico canale nel settore del commercio alimentare ad aver aumentato il numero di pezzi venduti. Mentre soffrono iper e supermercati.

Nel periodo gennaio-agosto 2022 i discount registrano una crescita dei volumi di quasi 3 punti rispetto alla stessa fase dell’anno precedente. Anche Istat, nella sua ultima indagine, ha fotografato una dinamica sostenuta: a luglio il fatturato dei discount è cresciuto del 12,3%, staccando di almeno 5 punti sia il canale degli ipermercati che quello dei supermercati. Un’analisi di Coldiretti su dati Istat relativi ai primi otto mesi dell’anno mostra che le quantità di alimentari acquistate sono scese del 3,2% a fronte di un aumento della spesa del 4%. Più di un italiano su due (51%), stando all’indagine condotta sul sito www.coldiretti.it, ha rinunciato a qualcosa a causa dell’aumento record dei prezzi trascinato dai rincari energetici e dagli effetti della guerra. Un altro 18% dichiara di aver ridotto la qualità, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% non ha modificato le abitudini di spesa.

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