“Nel Pd ci sono poche elette in Parlamento perché molte hanno accettato il flipper delle doppie candidature. Per essere solidali tra donne bisogna rispettare le regole. Nuova segretaria? Se il partito la voterà io sarò felice, ma non è con il totem della candidatura delle donne che si fa un partito femminista”. Così la senatrice dem, Monica Cirinnà, entrando al Nazareno per partecipare alla direzione di partito con all’ordine del giorno l’organizzazione del congresso di marzo. “Il Pd deve ripartire da giustizia sociale, ambiente, lavoro, riparlare con le persone che abbiamo abbandonato. Che ne sappiamo noi di chi non riesce ad arrivare a fine mese? Purtroppo niente“. La crisi, secondo Cirinnà è dovuta sia “al vecchiume della rappresentatività” che alla “mancanza di identità perché siamo in pochi nel Paese”. Sul tema della radicalità territoriale la senatrice dem continua: “I circoli ci sono ma non sono ascoltati e chiusi. Sono gestiti da lobby correntizie”. E prosegue: “Cambiare nome? Il problema non è il nome ma i contenuti e le persone che portano avanti i contenuti – spiega – Nessuno di noi del vecchio establishment è più autorevole per fare il rinnovamento, mi ci metto io per prima. Il vecchio stato maggiore, quindi la segreteria e chi ha guidato il partito finora deve fare un passo di lato”.

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