La morte di Giampiero Ventrone lascia un vuoto improvviso nel mondo del calcio. A 62 anni, il preparatore atletico che ha fatto la storia della Juventus ed è stato il segreto dietro a tanti successi bianconeri, stava lavorando al Tottenham con Antonio Conte, curando a puntino l’atletismo di Harry Kane e compagni. “Siamo devastati nell’annunciare la scomparsa del preparatore atletico Gian Piero Ventrone”, scrivono gli Spurs in una nota. In meno di un anno, era arrivato nel novembre 2021, Ventrone aveva già lasciato il segno anche a Londra: “Per quanto amabile fuori dal campo, era molto esigente. Gian Piero è diventato rapidamente una figura estremamente popolare tra i giocatori e lo staff. Mancherà molto a tutti al Club e i nostri pensieri sono con la sua famiglia e i suoi amici in questo momento incredibilmente triste”, sottolinea il club inglese.

Ancora più commosso, se possibile, il ricordo della Juventus: “Se n’è andato uno dei nomistorici‘ della Juve a cavallo dei due secoli. Gian Piero Ventrone ci ha lasciato all’età di soli 62 anni: ha lavorato per tante stagioni come preparatore atletico bianconero, dal 1994 al 1999, contribuendo, insieme a Mister Lippi, a costruire e a prendersi cura di una Juve che ha vinto di tutto, in Italia e in Europa”, scrive il club bianconero in una nota ufficiale. “Ventrone è tornato a Torino poi dal 2001 al 2004, arricchendo il suo (e nostro) palmares di altre vittorie”, prosegue il comunicato.

“Un metodo innovativo, una cura della condizione fisica ispirata a criteri moderni, che ha fatto scuola in Italia e all’estero: Ventrone era, sempre con Lippi, nello staff dell’Italia Campione del Mondo 2006, e ha continuato ad arricchire la sua carriera di esperienze importanti, in Francia, in Cina e in Inghilterra, dove ha vissuto le ultime sue avventure”, evidenzia ancora la nota del club bianconero. La Juve che poi conclude con un tributo a Ventrone: “Ricorderemo sempre la sua figura discreta, la sua cura dei dettagli, la sua filosofia del lavoro, e soprattutto quello che forse è stato il suo talento più grande: capire come il calcio (e quindi una delle sue componenti fondamentali, la tenuta fisica e atletica) stesse gradualmente entrando in una nuova era. Una nuova era che, in parte, ha contribuito a scrivere. Ciao, Gian Piero”.

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