Chi risulta positivo al Covid tra il 20 e il 25 settembre non potrà votare, a meno che il proprio comune di residenza si sia attivato per garantire il diritto di voto. È questa la sintesi delle intricate circolari del Viminale sul voto dei cittadini costretti a restare a casa perché positivi al coronavirus. Il ministero dell’interno, nelle risposte alle domande più frequenti, spiega che ai positivi è permesso votare. Ad alcune condizioni, però. Bisogna presentare una dichiarazione che attesti la volontà di votare “al sindaco del Comune nelle cui liste si è iscritti, in un periodo compreso tra il decimo e il quinto giorno antecedente quello della votazione”. Tradotto: il limite per presentare tale documento era il 20 settembre. Entro la stessa data bisognava anche certificare “la sottoposizione a trattamento domiciliare o la condizione di isolamento per Covid-19”.

Rimane da sciogliere la posizione delle 87.067 persone risultate positive tra il 20 e il 25 settembre. E qui devono intervenire i singoli comuni perché, dice all’Adnkronos il sottosegretario all’interno Carlo Sibilia, “il termine del quinto giorno antecedente il voto” costituisce un termine “da intendersi ordinatorio e non perentorio“. Ciò significa che i singoli comuni possono prorogare la scadenza a proprio piacimento. È il caso di Milano, il cui sindaco ha deciso di chiudere i termini per la richiesta di voto il 24 settembre, quattro giorni dopo la data stabilità dal Viminale. Si spinge ancora più in là il comune di Anagni (in provincia di Frosinone), dove chi risulta positivo può segnalare la propria posizione fino alle 16 del 25 settembre.

Antonella D’Angeli, candidata con Italia Sovrana e Popolare, è residente proprio a Anagni ed è positiva al Covid. Grazie al proprio comune il suo diritto di voto sarà garantito, ma racconta all’Adnkronos che le disposizioni del ministero sono “confuse e non semplici da capire”. D’Angeli sottolinea anche che non c’è stata alcuna campagna di comunicazione al riguardo e che quindi “devi avere gli strumenti informatici e non so se una persona anziana riesce a veder garantito il proprio diritto. Purtroppo ogni Comune e ogni Asl decide per conto proprio”. Anche la deputata del Movimento 5 Stelle Federica Daga denuncia la situazione poco chiara spiegando come ci sia anche il rischio che i positivi pur di votare violino l’obbligo di rimanere a casa: “So di qualcuno che ha contratto il Covid da pochi giorni, non escludo che possano cercare soluzioni alternative pur di esprimere il proprio voto”.

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