“Putin vorrebbe che l’Ucraina annegasse nel sangue, ma anche nel sangue dei suoi stessi soldati“. Così il presidente della Repubblica ucraina Volodymyr Zelensky ha commentato, in un’intervista al giornale tedesco Bild, il discorso con cui Vladimir Putin ha annunciato la mobilitazione parziale dei cittadini russi per l’offensiva in Donbass. Zelensky dice di non credere che il presidente russo farà davvero ricorso alle armi nucleari, come è sembrato minacciare: “Non credo che il mondo gli consentirà di impiegarle“. Tuttavia, specifica, “non possiamo leggere nella testa di questa gente. Ci sono dei rischi. Domani Putin può dire: vogliamo oltre all’Ucraina anche una parte della Polonia, altrimenti useremo le armi nucleari. Non possiamo stare a questi compromessi”, avverte.

Secondo il leader ucraino, la mobilitazione annunciata oggi era in realtà in atto già da un mese: “Lo hanno già detto i nostri servizi di intelligence e i nostri alleati. Sappiamo già che hanno mobilitato i cadetti, ragazzi che non sono nelle condizioni di combattere. Non hanno neanche potuto finire la loro formazione. Sono venuti da noi e muoiono“, racconta. Per quanto riguarda i referendum indipendentisti nelle due repubbliche separatiste del Donbass (e nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia), a cui Putin ha garantito il sostegno, Zelensky li definisce “fittizi” e si dice sicuro che “il 90% degli Stati non li riconoscerà“. “Agiremo secondo i nostri piani passo dopo passo. Sono sicuro che libereremo il nostro territorio”, aggiunge.

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