La nuova pista da bob a Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026? Il presidente del Cio, Thomas Bach, approva il progetto, dichiara che va realizzato, ma allo stesso tempo se ne lava le mani. Perché conferma che a pagarlo saranno gli italiani, i quali intendono realizzare non solo un’opera sportiva, ma anche una struttura turistica, che gestiranno dopo l’evento a cinque cerchi. Di conseguenza la spesa (quantificata, ma solo prudenzialmente in 85 milioni di euro) non sarà da considerare nel budget dei Giochi. Bach ignora, quindi, le proteste dei cittadini e una petizione di cortinesi con circa 1.200 firme che chiedevano al Cio di bloccare la pista, e prende le posizioni del governatore leghista Luca Zaia, che due giorni fa aveva invocato una pronuncia definitiva da parte dell’organo che governa lo sport mondiale.

Bach è arrivato a Roma dove ha ricevuto il “collare d’oro”, la principale onorificenza sportiva italiana. Subito dopo ha risposto alle domande dei giornalisti. Inevitabile che tra gli argomenti ci fosse anche il progetto riguardante il bob, controverso perché le associazioni ambientaliste lo ritengono impattante e costoso, soprattutto alla luce dei rincari energetici. “Abbiamo discusso la questione della pista di bob, slittino e skeleton di Cortina con le autorità locali, siamo stati informati sui lavori – ha risposto Bach – Ne abbiamo parlato al Cio e siamo d’accordo sulla soluzione prospettata per motivi di costi e sostenibilità, perché questo progetto non impatterà sul budget dei Giochi e il centro sarà utilizzato anche dopo le Olimpiadi”. Al Cio interessa proprio questo, che la spesa sia sostenuta dall’Italia. Un anno e mezzo fa Bach aveva scritto al governatore Zaia preoccupato perché si stava profilando un’Olimpiade troppo costosa, con il rischio di creare una cattedrale nel deserto. E’ quello che è accaduto con Torino 2006, la cui eredità negativa è costituita dalla pista di Cesano Torinese, costata 110 milioni di euro, completamente inutilizzata e abbandonata.

In quelle lettere Bach aveva aggiunto di non avere il potere di mettere in discussione le scelte del paese ospitante, nonostante ci siano in Europa strutture per il bob sufficienti a far fronte alle esigenze per la pratica di questo sport. Zaia aveva tirato dritto e aveva confermato che la pista si sarebbe fatta. Adesso è la stretta finale per quanto riguarda i progetti, anche se la Soprintendenza ambientale ha bloccato, per il momento, lo smantellamento della parte di pista esistente a Cortina, considerata un ambiente soggetto a tutela culturale.

Adesso Bach ha preso atto della determinazione italiana. Anzi ha aggiunto: “Ci è stato detto che sarebbe un’attrazione turistica, che gli Enti locali vogliono a prescindere dai Giochi”. Per questo la considerano fuori budget. Immediato il commento entusiasta di Giovanni Malagò, presidente del Coni: “Le parole del presidente Bach sono perfette. Voglio ricordare che abbiamo vinto le Olimpiadi con un masterplan e uno dei punti centrali era la pista di bob, skeleton e slittino a Cortina. Noi rispettiamo quanto pattuito per tutte le venues perché siamo seri. A volte l’Italia è stata accusata di non rispettare la parola, stavolta non ci sono dubbi”.

Il rifacimento totale della vecchia pista “Eugenio Monti”, che inizialmente la Regione Veneto aveva dichiarato di voler pagare completamente, sarà quindi a carico di tutti gli italiani e dei veneti. All’incirca un euro e mezzo a testa, per uno sport che in Italia conta su 17 praticanti effettivi. Lo scorso anno, infatti, il governo di Mario Draghi ha coperto la spesa con 61 milioni di euro, al punto che il governatore Luca Zaia aveva potuto dichiarare: “Non ci costerà praticamente nulla”. Poi però c’è stato un aggiornamento alla luce del nuovo progetto, che ha fatto lievitare il conto a 85 milioni di euro. La Regione Veneto, di conseguenza, ha inserito 22 milioni di euro per la copertura, attingendo al fondo già stanziato per le spese olimpiche.

Anche un presidio di associazioni ambientaliste ha voluto essere presente al Foro Italico, per manifestare “il forte dissenso verso le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026”. In una lettera consegnata a Bach da Mountain Wilderness Italia, Italia Nostra Sezione di Belluno e Peraltrestrade, è scritto: “Da mesi le Associazioni sostengono che queste Olimpiadi siano insostenibili ambientalmente, socialmente ed economicamente: gravissimi i ritardi accumulati, annullato qualsiasi confronto con la società civile, ricorso a procedure speciali evitando così le valutazioni ambientali previste dalla legge. Ad esempio manca ancora la VAS sulle opere”. L’affondo finale sui costi: “Olimpiadi che avrebbero dovuto essere a costo zero, mostrano ad oggi costi reali di oltre 3 miliardi. Di fatto il fallimento della Agenda Olimpica del CIO 2020”.

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