Il direttore generale dell’Ufficio scolastico delle Marche Marco Ugo Filisetti ci ricasca. Dopo il messaggio agli studenti per il 25 aprile pieno di sfondoni storici e la lettera che esaltava la guerra, Filisetti invia agli alunni marchigiani una nuova missiva “particolare”, di nuovo con un linguaggio che ricorda quello militaresco. In occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico, in partenza mercoledì 14 settembre, Filisetti invita gli studenti all'”adempimento del dovere con fede, onore e disciplina” ma anche a “non arrendersi“, se non altro “perché nel tempo a venire i vostri bisnipoti sappiano almeno che ci fu chi non alzò le braccia ma continuò a battersi”.

Senza nominare apertamente il Covid, nella lettera inviata agli istituti Filisetti prima rinnova la “vicinanza e cordoglio” ai familiari delle vittime dell’epidemia poi sottolinea la nuova riapertura “senza le limitazioni degli ultimi due anni” di 10mila classi in “oltre 1300 edifici scolastici”. “23.000 tra docenti e dirigenti scolastici e 6.500 ausiliari, tecnici, amministrativi sono ad attendere voi studenti, per accompagnarvi in questo nuovo anno scolastico”, fa presente il direttore dell’Usr, sottolineando che si tratta di un impegno importante “assunto con abnegazione” dalle Istituzioni che ha visto l’impiego di “circa 500 euro per ciascuna classe per ogni giorno di scuola” resi disponibili “dai contribuenti e quindi in primis dai vostri genitori, al netto dei loro ulteriori sacrifici”. Sacrifici che, specifica Filisetti, “condendo” la lettera di un po’ di patriottismo, vi consentono “di compiere il percorso che al suo solstizio consentirà a ciascuno di voi di entrare nella Comunità, portando come cittadini consapevoli la vostra pietra al Cantiere, come è stato per chi ci ha preceduto e per questo sentiamo con riconoscenza presente”.

Nel dare il benvenuto in particolare ai più piccoli che cominciano il percorso scolastico, Filisetti quindi ricorda agli studenti “l’importanza di fondare il vostro impegno sull’adempimento del dovere con fede, onore e disciplina: fare ciò che deve esser fatto, agire semplicemente perché è ‘giusto’, senza che sia decisivo la prospettiva del buon esito o dell’insuccesso, ma facendo dono di sé e rimanendo sempre strumenti di amicizia anche nella diversità delle idee”.

“Oltre ai tanti gioiosi che vi attendono, potranno anche succedere avvenimenti dolorosi che vi potranno profondamente rattristare, ma mai disperare, perché la speranza è la base di ogni progetto, lo sprone per comunicare con gli altri, la forza che regge ogni seminagione”, continua Filisetti. Che conclude invitando ancora a non arrendersi: “Potranno capitare momenti in cui tutto attorno sembra rovinare, tutto sembra buio, sappiate che in quei momenti c’è su tutto un dovere da esercitare: quello di non arrendersi, non spegnere la luce di cui ciascuno è portatore, se non altro perché nel tempo a venire i vostri bisnipoti sappiano almeno che ci fu chi non alzò le braccia ma continuò a battersi“.

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